lunedì 2 maggio 2011

Milone

Il 1° Maggio, ieri, in fondo, è stato particolarmente arruffato. Segno dei tempi:
a Roma non si è celebrato il rito calcistico per dare spazio al milione e mezzo di pellegrini, accorsi al necrofilo rito di beatificazione di un indomito condottiero, non ancora, anzi, ben lungi, dall'essere stato analizzato storicamente.
Felix qui potuit rerum cognoscere causas.
Beato, in latino, vuol dire felice, mentre felix indica uno stato di beatitudine con ben poche o nulle attinenze con la beatitudo cattolica.
Vuolsi così..e il pubblico accorre, partecipe, allo spettacolo.
Sarà che mi accingo a dedicarmi alla nascita della tragedia, nella sua essenza dionisiaca, colta e popolare ( il satiro ) e alla sua genesi( rinascita ) dalla musica wagneriana, sullo sfondo della filosofia schopenauriana, come Nietzsche la concepiva, per contribuire alla tesina di diploma di mio nipote, ma l'avvento affluente e quello defluente dei sindacati, divisi e contrapposti, nella recitazione atemporale di Rossana Rossanda, che ha asserito di compatire la condizione dei ventenni di oggi, lei ottantasettenne, frullava nelle vacuità cerebrali di uno scampolo di tempo senza pensiero critico e in assenza di logica, che non sia quella, disarmonica, degli interessi.
Del resto...panta rei.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti