giovedì 14 ottobre 2010

Milone

Il 14 Ottobre 1980, quarantamila colletti bianchi della FIAT, uscirono dai cancelli e sciamarono per le ampie strade sabaude. I Quarantamila sono diventati il simbolo della "liberazione" dalle continue manifestazioni operaie che impedivano a loro la sfilata d'accesso al lavoro.
Reclutati dai Capi reparto e guidati da tale Arisio, subito dopo eletto in Parlamento, che li abbandonerà alle feroci ristrutturazioni che non li risparmieranno, sono state le truppe camellate del Tafazzi di turno.
Con quell'iniziativa finì l'esperienza movimentista del '68, che però aveva già fecondato la società di convulsi, più impegnativi, con tutte le ovvie contraddizioni, elementi, tanto liberali nei costumi e nelle illusioni, quanto speculari alle esigenze di un capitalismo ancora familistico e pigramente assistito ( e che oggi è cambiato meno di quanto vorrebbe dare ad intendere ).
Entravamo, senza saperlo, nella modernità mercantile.
Non ingannino, in questo senso i travagli successivi al '68, di questo parto faticoso, il terrorismo in primis, per quasi tutti gli anni '70: era nella logica consequenziale degli eventi.
Sarebbe stimolante cercare di sviscerarne i contenuti, ma Mirandolina è tornata, spettinata e con la goccia al naso e manca la concentrazione necessaria. Basti dire che con l'atto di morte della classe operaia, ci avviammo in quella terra di confine costituita dalle più ampie libertà civili e dalle recuperate metodiche, mutatis mutandis, di "spirito imprenditoriale", così chiaramente descritte da Adam Smith ne "La ricchezza delle nazioni".
Ne propongo l'acquisto per la nostra biblioteca.

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