giovedì 14 ottobre 2010

Milone

Si sono materializzate in filiale alcune grisaglie, che, alla luce cimiteriale dei salottini, intrattengono a colloquio alcuni convocati. Fra un colloquio e l'altro svestono e rivestono i paramenti che, per loro, sono costituiti dalla giacca. Riassettano alcune scartoffie, aggiornano, con un click, il portatile.
Gli officianti devono essersi confusi con i nostri, interni; mi sono accorto di loro dopo averli visti ripetutamente entrare...mi capita spesso di riconoscere le persone, ripetutamente alle porte. Non fanno che entrare e uscire ( ma non ci faccio caso ) in formazione uniforme ( in tutti i sensi ) per un caffé di concertazione, interpolati oggi dagli esaminatori della nostra Opus (Dei).
Ho intravisto anche una sorridente e materna verificatrice, che ci aveva già fatto visita due settimane or sono, tetra solo nei capelli corvini su tailleur nero, come si conviene alle nostre vestali.
Chissà quali acronimiche prospettive stanno prefigurando ai loro astanti, costretti dalla paura e dal conformismo a far buon viso a cattivo gioco?
Mi sovviene un tecnico dei computer della vecchia banca che, per un service, si applicava fra l'Emilia-Romagna, le Marche e il Veneto e che, a differenza di tanti suoi colleghi, non era mai ingrugnato e laconico: una volta gli ho visto aprire la valigetta metallica degli attrezzi, fra i quali custodiva una copia di "Sulla strada" di John Keruac.
Sarebbe opportuno che la nostra biblioteca ne dotasse il nostro personale destinato a "fare molta strada".

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