lunedì 4 ottobre 2010

Milone

Leggendo questa mattina "I clienti ci portano a cena", mi è sovvenuto, caro Milone, il modello di relazioni industriali che sovrintende da quasi un ventennio alle sorti della nazione.
Anche a Residenza La Certosa, in Sardegna, la logistica si occupava degli inviti, della sistemazione, delle rotazioni e delle iniziative più acconce a favorire quelle sinergie dinamiche che tanto stanno a cuore al Presidente imprenditore.
Lì si trattava di belle ragazze da "instradare" nello star system cinematografico, televisivo o parlamentare, passando per la selezione in camera da letto. Una segretaria, oggi parlamentare europea, dirigeva il traffico dell'harem. Non mancavano nei sontuosi giardini e a bordo piscina, Primi Ministri cechi itifallici, che, lancia in resta, gironzolavano fra le sdraio.
"Se quella me la porto a letto, pago una cena!"
E tutti a fare il tifo per lucrare un'altra occasione e potersi porre un altro obiettivo, con la fantasia, mentre il caro ( oggi meno ) leader, con la papaverina, conseguiva gli scopi "sociali". Ne era, come direbbe l'avvocato "ma va là", il beneficiario unico e finale.
Il diritto di proprietà era per gli antichi giuristi, jus utendi, fruendi, abutendi ( diritto d'uso, di trarne frutto, di distruzione del bene stesso o, anche, di alienazione ). Gli altri intorno, con il "mercato in mano", partecipi ma mai protagonisti. Chi sempre cavallo, chi sempre cavaliere.

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