mercoledì 6 agosto 2014

Presuntuose pretese.

Due cooperanti italiane sono state rapite in Siria, dove cooperavano a quelle attività opache delle Onlus, che la malavita locale, o meglio, le milizie armate, sanno essere una buona fonte di riscatto. Vengono infatti rapite le persone dalle nazionalità solvibili, italiane e francesi, soprattutto, il cui kidnapping è ben pagato: mai un americano del nord, perchè sarebbero azioni ritorsive mirate, mai uno del sud, perché non avrebbero i soldi per riscattarlo, tutti impegnati come sono a trafficare in droga. Mai un giapponese, perché comunque non sarebbe riscattato. Mai un israeliano, se non per sacrificarlo subito o per utilizzarlo come merce di scambio, ma italiani, anzi italiane, spesso e volentieri. Le due solari ragazzuole credevano forse di riscontrare in civiltà aliene quei criteri di uguaglianza, emancipazione che avrebbero potuto render gradita la loro opera o lavoravano per una carriera futura? Propendo per la seconda ipotesi. Ora, la Farnesina metterà in piedi una trattativa segreta che, dietro l'esborso, a spada tratta negato, di cifre colossali, porterà le sognanti e cretine protagoniste di questa ennesima vicenda di spreco nazionale, a riabbracciare i loro cari. Appena atterrate dichiareranno che non vedono l'ora di ritornare sui loro passi, ma si guarderanno bene dal farlo, cercando invece di lucrare una posizione dal loro ruolo di eroine volontarie. Per una volta - basterebbe! - bisognerebbe incaricare le ridondanti Onlus ( spesso in triangolazione con apparati politici ) di provvedere al riscatto: smetterebbero di esportare ancelle soccorritrici da riscattare. Becky Hammon, talentuoso globe trotter del basket, ha sinceramente espresso il suo stato d'animo riguardo alla possibilità di essere un giorno, allenato e diretto da una donna: "non lo accetterei, mai. Non le presterei il minimo ascolto". Molti allenatori di squadre femminili, invece, sono uomini e le atlete spesso li gradiscono, come, nella maggior parte dei casi -anche se non tutte lo ammettono - le donne stesse preferiscono lavorare in un ambiente prevelentemente maschile e non gradirebbero la supervisione di una donna. Questo perché la direzione di un lavoro non contempla solo la competenza, l'esperienza e la tensione - o meglio la pretesa - all'obiettivo, ma anche la dialettica interiore, la comprensione e il gioco, aspetti che le donne che aspirano al comando, sacrificano, rendendosi insopportabili e sprecando il fraseggio motivazionale in una trama di ripicche. Con tutto questo, anche la maggior parte degli uomini al comando, è grezza e rompicoglioni. Mentre si distrugge il Senato e, con esso, la Costituzione italiana, gli aridi dati narrano di un'Italia sempre in recessione. Allo schiaffone, Renzie risponde con un: dipende da noi. Con questa gente non ce la faremo mai e poi non si capisce che cosa c'entri con l'abolizione di fatto del Senato della Repubblica. La certezza di non farcela esige l'autoritarismo interno per lucrare le solite posizioni di rendita al soldo di questo o di quello, popolo escluso. Schettino in cattedra a Roma. I suoi avvocati avevano sollecitato il favore ad un professore de La Sapienza. Secondo loro avrebbe giovato all'immagine del loro assistito. L'intervento è durato quindici minuti, la diagnosi è stata chiara: per gestire la tensione che si sprigiona quando la nave si incaglia e voi state incagliato nella vostra passeggera senza biglietto, continuate a fottervene e poi guadagnate rapidamente l'uscita rivolta fuori dal pelo dell'acqua. A quel punto non c'è più niente da fare. La moralità napoletana del Comandante Schettino e dei suoi avvocati riluce di decoro borbonico, quanto a quella vigente a Roma, città eterna, resta diversa ed incorruttibile da qualsiasi influenza che non sia quella soffice e gommosa del potere istituzionale.

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