sabato 9 agosto 2014

Date infauste.

Ieri, 8 Agosto 2014, è stato un giorno infausto per la Repubblica e la sua malandata democrazia. Un governo imbelle e commissariato ha imposto, attraverso il voto servile di senatori nominati, l'abolizione della Camera alta del Parlamento. Resterà il brand, con personale di territorio metropolitano, al soldo dei partiti, immune da giurisdizione, per evitare che parte della Magistratura ne decimi le fila. Parte, perché da quelle fila non provengono solo giudici civili nel senso pieno dell'espressione, come ha dimostrato la gestione debole e compiacente dell'ex Commissario Grasso, che, a differenza di tanti altri caduti, dubito che abbia rischiato la vita a Palermo. Ma, a prescindere dalle tante miserie intraviste durante il dibattito sul suicidio assistito del Senato, resta sul campo un'Italia in preda al debito che ha creato in sessant'anni, attraverso una politica clientelare ed elettoralistica, scambiata artatamente per una democrazia redistributiva e, soprattutto, con la pratica della corruzione a tutti i livelli dell'economia e dell'amministrazione pubblica e privata. I "giovani" al Governo ( Compreso Napolitano? ), ignari, più che indifferenti alla storia recente del Paese, hanno ghignantemente posato sulle macerie, mentre altri giovani ( Berlusconi ) si accingono a tornare sul proscenio e ad abbandonare il lavorio dietro le quinte, sia pure da co-registi. D'ora in avanti, tutte le celebrazioni - dopo i baci e gli abbracci, scambiati fra i molti figli di pochi padri e madri, che, evidentemente, come spesso accade, avevano sofferto sotto la dittatura dell'ancien régime, dal quale avevano tratto comodità, potere e prebende e che si sono potuti sciogliere nell'amplesso con gli eredi-liberatori - andranno sottoposte alla critica che si riserva ai cartolarizzatori della democrazia, che resta, sullo sfondo, il risultato da riconseguire, non più per noi anziani, ma per chi avrà subito le conseguenze amare di questo usuale e storico ripiegamento. Purtroppo.

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