giovedì 7 agosto 2014

Il lusco e il brusco.

Che ne è stato dell'Italia politica negli ultimi mesi? Berlusconi è stato esautorato, senza che lui si opponesse, Napolitano è stato rieletto perchè si rendesse garante dello smaltimento della Costituzione da parte dei parlamentari che lo hanno rieletto e dell'impoverimento a futura memoria della nazione, vittima di un nuova messa sotto tutela a beneficio degli artefici della medesima. Pare che fosse l'unico in grado di assicurarla, perchè eletto, la prima volta, ignaro di come si sarebbe conclusa la sua esperienza presidenziale e la sua stessa vita politica. Continuando così, anche quella biologica. Dopo la noncurante e accondiscendente prova del Nipote di tanto Zio, sul fronte opposto, solo prospetticamente, ecco irrompere come un bullo Renzie che ci si mette di buzzo buono, almeno a parole, a smantellare le istituzioni di garanzia della Repubblica, come, in precedenza, non era riuscito a Licio Gelli, né a Silvio berlusconi, per l'opposizione di quell'ibrido partito democratico che ora ha assunto, a maggioranza, l'infausto compito che segnerà la sua breve storia, prima che si disarticoli e si riamalgami in forme, se non irriconoscibili, almeno contrabbandabili. Gira e rigira, l'Italia resta al palo di una recessione che dura ormai da sette anni: i sette anni di vacche magre della Bibbia, senza che si intraveda nessuna possibilità di redenzione, ma solo quella - tutta da verificare nei fatti - di una regolamentare democrazia autoritaria di imitazione, sotto l'ala della Germania, almeno fino a che una nuova possibilità di tradimento, per uno strizzar d'occhi o per una imprevista opportunità che, ribaltando senza ritegno, ogni altra promessa dedizione, ci si offrisse. Qualunque, proprio.

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