lunedì 4 agosto 2014

Minimalismi societari.

La Stampa di Torino e il Secolo XIX di Genova si sono fusi, come la FIAT e la Chrysler, come forse la Juventus e la Sampdoria, contro le quali potrebbero sciogliersi in un abbraccio il Toro e il Genoa, espressioni delle due tifoserie popolari. La Stampa, senza la FIAT, a Torino e nel nord ovest era orfana, le tirature non più sufficienti a compensare i costi, la diffusione regionale. Ecco quindi che le residue attività editoriali di una città prossimamente in crisi profonda, con le sue legioni di immigrati, il razzismo chiuso e montanaro degli autoctoni e dei torinesi di seconda generazione, figli di immigrati, senza più lavoro come i loro padri, con interi quartieri popolati esclusivamente da arabi e neri, si accinge a cambiare impostazione, coniugandosi con una realtà editoriale, vagamente di sinistra nella Lanterna, medaglia d'oro alla Resistenza, che nella crisi endemica era precipitata già dalla dismissione dell'I.R.I. Arrivando a Genova, da Milano, colpisce la distesa di casupole edificate a perdita d'occhio su una brulla sterrata, popolata di panni stesi e vessilli del Genoa al vento, riedizione settentrionale di una Partenope, diversa solo per l'ostentazione del tifo calcistico, con il suo Ospedale specializzato per l'infanzia, il Gaslini, in pieno Centro, un centro sporco e inquinatissimo, costellato, lungo i portici e sui marciapoiedi, di mendicanti. Connubio e sinergie esclusivamente economiche, a presidiare l'informazione in aree disomogenee del Paese, che solo l'immigrazione e l'abbandono industriale improvvisamente apparenta. Sul piano nazionale e internazionale, agli Agnelli, anzi agli Elkann, residua il Corriere della Sera, il cui cambio di direzione, previsto per la prossima primavera, è già stato annunciato. Uscirà Ferruccio De Bortoli, già direttore veicolato al Sole XXIV ore, perché Berlusconi non lo sopportava e poi tornato prudentemente in via Solferino. Dove andrà ora? Certamente non conoscerà la disoccupazione. Nella nuova holding, la primazia spetterà alla Stampa; il foglio del mugugno genovese dovrà adeguarsi e, di fatto, un'altra testata scomparirà, per assorbimento, diversamente dall'Unità che ha chiuso e basta. Antesignana delle fusioni editoriali fu, vent'anni fa l'Editoriale Il Resto del Carlino, che dimezzò gli organici, editando in fotocopia, a parte l'impaginazione e le edizioni locali ( le meno costose ), QN-Quotidiano nazionale e le edizioni regionali del Resto del Carlino, della Nazione di Firenze e del Giorno, il glorioso e poi decaduto giornale dell'I.R.I. Format uniformi e a basso costo di quel sistema che Gramsci e Togliatti ben definirono di "cultura e propaganda" o cultura propagandistica, che oggi si adegua ai tempi miserrimi, in termini, appunto, miseri e minimali.

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