sabato 12 febbraio 2011

Milone

In Credem si fa banca come un tempo, soprattutto per quanto riguarda l'approccio al cliente, la valutazione sociale che gli si attribuisce, le modalità di gestione del rapporto, che si consuma nei termini di una familiarità formale e assistenziale, nella quale costui o costei si adagia secondo l'adusato costume di non rischiare tensioni e stress, demandandone la sopportazione alle classi subordinate.
Il Credem stesso si pone nei confronti di coloro di cui ha comprato il lavoro, nella positura del Dominus - nell'accezione del padrone di casa - e propone loro l'identificazione nella veste, negli atti, nei propositi e nei pensieri, con interessi estranei, dato che, all'atto pratico, gli fa pure pagare i bolli e calcola computisticamente i giorni delle ex festività soppresse, senza riguardo all'accordo A.B.I., di assegnarne cinque per ogni anno solare. Così come non rispetta le quantità ed i periodi minimi per le ferie, previsti dal contratto di lavoro, le indennità di sostituzione, l'assegnazione di ruoli formali con creazione di iter formativi verificabili - questo, per favorire la "crescita orizzontale" di tutti gli addetti - in realtà, per non "ingessarsi" e prevedere, monitorare e lucrare sui costi.
Il personale selezionato dall'origine, è tutto dalla loro, o per intreccio di interessi, o accontentandosi di retribuzioni a-previdenziali - anche questa di non pagare gli oneri fiscali è ( si fa per dire ) una bella malinconia da padroncino - o per conformismo, mancanza di tutele contrattuali ( atipiche )o per paura.
E' proprio una simil banca.

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