martedì 8 febbraio 2011

Milone

Caro Milone,
sono tornato al mio posto, assiso a mezzo busto, con parziale copertura della pancia, alla quale, il banco prodigo o esattoriale conferisce una proattiva dignità. Per questo, venerdì scorso, avevo sostituito impropriamente il buon Giovanni, che "dovendo partire, non aveva tempo". E' infatti per incongruità estetica che l'assegnazione provvisoria non era stata gradita e mascherata da tartufesche felicitazioni per il "maggior peso" conferito al ruolo. Dovresti vedere, caro Milone, che razza di inestetismi ostentano molti clienti, fisici, morali e d'abito, ma evidentemente è ai famigli che tocca il grembiule, la crestina e lo sparato.
Che il Credem'a me aspiri ad essere il Super-Io dei suoi sudditi è di palmare evidenza e che ci riesca, pur nella miscredenza dei chierici maggiori e nella blasfemia sommessa dei sacristi minori, lo si evince, soprattutto dalle consolidate manie che questo sistema di "valori" induce nei giovani malcapitati, che per sopportare la situazione, cadono vittime della sindrome di Stoccolma, per la quale ci si innamora dei propri aguzzini e si solidarizza con loro contro gli altri malcapitati.
Oggi, l'Area Manager è in regimental di velluto blu notte; non aveva fatto in tempo ad adeguare il guardaroba, nelle sue precedenti comparse.

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