giovedì 17 febbraio 2011

Milone

Sono uscito con il sacco delle elemosine - quelle che deduciamo dalle tasse, Milone - e sono arrivato alla Nutelleria Camst, mentre la direttrice amministrativa era impegnata alla cassa, a conteggiare le puzzolenti consumazioni di una pletora di malvestiti, rispetto ai quali io sono un damerino. E' la versione mercantile delle mense per i poveri, come tutto quello che è massa, comune, mense od ospedali che siano. E' per questo che i compagni e la Chiesa sono entrati in conflitto: hanno la stessa clientela.
La mia giovane collega, prima che sortissi, mi ha spiegato l'arcano del "passo" Credem'a me. "Sbrigati, vai troppo piano, non hai voglia di lavorare". "Io, da sola, soffro non tanto di iperattività, ma dell'ansia di non riuscire ad accontentare i clienti nei tempi canonici di questa banca; io ho bisogno di lavorare" eccetera, tanto che ho affrettato il passo per uscire.

Mi giunge notizia che due contratti da apprendisti, ex Unicredit-Banca di Roma, non sono stati confermati. Me lo aspettavo; non avevo mal interpretato l'ideologia Credem'a me. Trentuno e ventinove anni: praticamente rovinati. Non erano stati selezionati e, soprattutto, non avevano ricevuto l'imprinting costrittivo e maniacale della casa.
Se, però, di mancato imprinting per presenza di contenuti culturali propri si è trattato, a loro rivolgo un pensiero e l'augurio di sapersi gestire con impegno e libertà nella vita.
Se sono stati esclusi, pur in assenza di queste eretiche propensioni, si è trattato di una "gratuita" cattiveria cautelativa.

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