sabato 13 agosto 2016

Diverse ricorrenze.

Ogni variazione nell'assetto normativo, non solo settoriale, ma anche istituzionale, dal referendum di Mario Segni, che fu recepito come solvente della crosta di corruzione che si era venuta consolidando nel mondo politico, senza ricambio, della prima repubblica e come in ogni regime, in quello economico, che qualche ingenuo votante - fra i quali anch'io - ritenette di diluire, mettendo in moto il processo di riforma istituzioanle in embrione, ma programmato. Da allora, fra ubriacature "post ideologiche", è stata una slavina di illogicità e, quindi, di falsità, fino a richiedere, perché imposto dalla Norma che si vuole manipolare, il consenso al dirigismo etero-diretto e alla cassazione della democrazia, formale fin che si vuole, ma garante, da sostituire con lustrini e paillettes. La superficialità ingannatoria aleggia su un mare di assenza, nel quale affogano, anestetizzate, le speranze mal riposte. Qualsiasi mutamento endogeno, in particolare per chi è eterodiretto, è funzionale a quelli che si verificano, non in ogni ambito, bensì in quello di "appartenenza", a sua volta suscettibile di essere influenzato e potenzialmente scomposto, senza smettere di essere catalizzatore, positivo o negativo, per altre alchimie. Ogni strategia è sottospecie di un'altra e, al contempo, sovraspecie evolutiva o distruttiva. Infatti, il recente passato, uguale a quello storico, non è stato meglio del futuro ( dato che il presente è indefinito ), ma la retorica del buonismo-nuovismo è come quella del venditore di almanacchi di Giacomo Leopardi. Quanto precede per i formalismi giuridici delle società assorbite nel flusso finanziario capitalistico, dove, il superamento della democrazia bipolare ( anche in senso neurologico ) avviene disordinatamente dopo lo tsunami che ha travolto l'economia di mercato basata sui beni materiali e sulle nazionalità politiche e industriali. Intanto domani, a Cuba, Fidel Castro compirà novant'aani. Da dieci anni ha lasciato il potere: è diventato un'icona anche dell'ottimo sistema sanitario, basato sull'ottima istruzione universitaria e non e sulla farmacopea fatta a mano come nelle antiche farmacie. Gli fu diagnosticato di tutto, una sorta di maledizione propiziatoria, dopo che era sfuggito, nel dopo rivoluzione, a ben seicento tentativi di ucciderlo. E' stato un leadr anomalo, un rivoluzionario colto, che non ha mai rinunciato a far valere le idee sull'empiricità opportunistica. Cuba ha saputo mantenere il modello socialista solo per questo, nonostante la fine del comunismo e il prevalere dissolutorio della finanza contabile, che ha sostituito l'economia reale. Il caudillismo democratico latino ha superato, fino ad ora, quanto quasi tutti gli altri hanno sofferto e subito e dal quale cercano di rimergere, in forme nostalgiche preoccupanti. Se questo è stato contingentemente possibile è perchè a Cuba la leadership politica è stata strettamente coniugata alla cultura, senza, per questo, richiudersi nella passività accademica e nell'ozio sentenzioso, ma rimanendo coniugata, anche nelle sue espresioni finali, all'azione e alla lotta, armata e di resistenza. Auguri Fidel!

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