giovedì 4 agosto 2016

Muoia Erdogan con tutti i Filistei.

L'intervista pubblicitaria e intimidatoria di Erdogan a Rai news 24, condotta con sudditanza, appena temperata da riflessioni formali e giuridiche. gli hanno consentito di colpire più volte nel segno. Quando l'intervistatrice gli obietta che in Italia vige la presunzione d'innocenza, Il dittatore turco può replicare che la democrazia italiana è monca, subdola e di fatto inesistente e, riferendosi a suo figlio, dottorando a Bologna, intima, a segno, all'Italia, politica e giudiziaria, di occupersi della mafia. E' lecito e normale che ci si occupi anche di suo figlio, "uomo brillante" e ladro di regime, ma il riferimento alla democrazia solo nominale, soprattutto di questi tempi, è azzeccato. Erdogan parla da autarca, tanto più consolidato per esssere uscito indenne da un golpe che, in altri tempi sarebbe riuscito in poche ore e che è fallito per le divisioni che ha saputo apportare nella società e nelle istituzioni turche, si estrania dall'europa - e questo mi fa piacere - e la riguarda come un'entità estranea ed ostile, con la quale è per lui pericoloso essere in stretto contatto, ma con la quale, alle sue condizioni, vuole intrattenere rapporti commerciali e far girare liberamente i suoi emissari e, implicitamente, quelli della mafia turca, probabile interlocutrice para-istituzionale di quella italiana, strettamente innestata alla politica, alla società meridionale e a tutta l'economia nazionale. La Turchia, anche senza Gulen, che certamente offre una partnership, iniziatica, di stretta contaminazione religiosa, ma meno autonoma, o meglio meno personale e familistica, intratterebbe rapporti con gli Stati Uniti, sia pur "ferita"; la Turchia è importante ma nazionalista partner NATO, molto più impegnato militarmente dell'europa continentale. Erdogan, pur avendo fatto dichiarare che è stata la CIA a ordire il golpe contro di lui, dall'america, sua potenziale assassina, non si discosta, ma attacca frontalmente l'imbelle europa e, come facilmente intuibile, la minaccia di non fare più argine all'emigrazione, per non essere stata solidale, non con la Turchia, ma con lui. Poi minaccia di rivedere i rapporti con l'Italia se suo figlio non smetterà di essere perseguito per riciclaggio ( una revisione dei rapporti come quella storica con la Grecia, altro membro della NATO, con la quale la Turchia ha combattuto e che ha aggredito ? ). Se si può permettere questa tracotanza "turca" è perché l'europa è compromissoria - su questo Erdogan ha ragione - in crisi e irresponsabilmente schienata sugli Stati Uniti, verso e nei confronti dei quali, non lui, ma la Turchia ha molta maggiore influenza e che lo e li ha indotti a insistere nel richiedere l'inclusione antistorica nell'Unione europea e che dirige a distanza tutte le mosse sullo scomposto scacchiere continentale, come faceva, quando era in corso la guerra fredda, durante la quale la Turchia era la diga effettiva, per undicimila chilometri, contro il Patto di Varsavia, come ora fa da respingente per i disperati che altrimenti si riverserebbero in europa, dopo aver sostituito Gheddafi in questo ruolo. Potrebbe seguirne la sorte e per questo negozia a prescindere o con prepotenza, sullo strato del sentimento popolare su cui ha saputo ergersi ad icona, come, in termini europei, un dittatore di destra, appoggiato dai leader religiosi, ondivaghi verso il potere popolare, che è ondivago nei loro confronti. Anche Gulen è un imam e un predicatore. Anche per questo la Chiesa cattolica, già alle prese con le chiese nazionali protestanti e, soprattutto, con la Massoneria, non vuole la Turchia fra i piedi, similmente al rifiuto degli ortodossi nei suoi confronti. Invece gli americani ce la vorrebbero in funzione militare per disimpegnarsi parzialmente verso l'estremo oriente. Il dopo Gheddafi prosegue in Libia, col concorso ridicolmente umanitario dell'Italia, che provvedrebbe a curare i dilaniati dai raid aerei partiti dalle sue basi siciliane: ma questo non fa testo, l'Italia è questa. La Turchia scossa, come un cavallo del Palio di Siena resta per ora sullo sfondo, in una negata ma evidente fibrillazione.

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