lunedì 8 agosto 2016

Il colpo può arrivare all'improvviso.

E' circostanza diffusa, ormai comune, l'essere colpiti proditoriamente da sconosciuti mentre si passeggia per strada o si sosta alla fermata di un mezzo pubblico.Questo costume, molto diffuso negli Stati Uniti ed ora ben presente anche sulle strade italiane ed europee, ha preceduto l'omicidio plurimo indifferenziato, con autoimmolazione deflagratoria o per eliminazione, a prescindere, in sede d'intervento della polizia. Anche quest'ultima semplificatoria modalità in che cosa si differenzia dagli omicidi razziali nel sud dell'america settentrionale? L'identificazione del negro con l'alieno e pari a quella del musulmano, anche lui "étranger", estraneo, ma, fino ad ora, nessuno si era sognato di dire che, per questo, andava eliminato. E' diverso il criterio adottato nel mondo del lavoro, contraddetto da uno Stato indebitato, o quello delle cure secondarie ed al minimo negli ospedali? In verità, non lo si dice neanche adesso, ma la realtà, anche istituzionale, da stato di guerra, è questa: guerra internazionale, come guerra civile, mai morta e neppur tanto sopita. Quella che si combatte in medio-oriente e che ha visto coinvolta la maggior potenza non araba, la Turchia, ( insieme all'Iran ) della vasta regione, è una guerra di approvvigionamento delle ultime risorse petrolifere, acquisite le quali si tenterà un'espansione o, nella migliore delle ipotesi, un'influenza molto condizionante sulle nazioni circonvicine. La reazione delle nazioni arabe, non, almeno ufficialmente, degli Stati, a questo rinnovato progetto neo-coloniale, dovrebbe far riflettere e dissuadere: ma non sarà così, pena il ridimensionamemto del proprio passato. La democrazia sta soffrendo forse di una nuova crisi mortale, a causa della debolezza velleitaria ed aggressiva di molte semi-potenze, private della loro parte dal comodo equilibrio bilaterale: la Russia, che non è democratica, se non formalmente, fa da sé, reagisce rabbiosa al "voltafaccia" dei paesi ex satelliti, oggi satelliti degli Stati Uniti e le alleanze più spurie si stringono sul campo di battaglia, a pochi giorni da scontri quasi bellici. I servizi di intelligence sono senz'altro al lavoro, ma, per ora, non hanno palesato che insuccessi e guai crescenti. Gli unici a tacere e a simulare un atteggiamento passivo sono gli agenti del Mossad; gli Israeliani sembrano monitorare la situazione senza intervenire e senza rilasciare i loro illuminanti report esplicativi, come in altre occasioni, hanno fatto. Le milizie del califfo sanno che da Israele è meglio girare al largo: non sono della stessa etnia ideologica e religiosa di Hamas e lo scontro diretto con Israele non verrebbe supportato; sarebbe mortale. Gli Israeliani si limitano a controllare la loro situazione interna, ma Hamas e gli altri gruppi palestinesi, così attivi in molteplici ed anche recenti circostanze, come già detto, non muovono un dito. L'alleanza anti-sionista è un'ipocrisia sanguinosa e volgare, fatta di sistematici arricchimenti illeciti sulla pelle di tanti nati per fare carne da granate, dietro una sottile tessitura internazionale, che alla verità preferisce il petrolio. Per ora, il Califfato e gli ebrei non hanno motivo di contendere; il Califfo non è il Faraone. Non ce n'è bisogno ed, eventualmente, a che bisogni ci si può riferire? I bambini che sopravviveranno ad Aleppo ai bombrdamenti vigliacchi degli eserciti a distanza, saranno anestetizzati da qualunque fiducia, saranno convinti di aver già visto tutto o, almeno, quello che serve per comprendere e non coltiveranno più nessuna speranza. Ha ragione il Papa: follie di potenti che, a loro volta, si sentono in bilico e che, per questo, sferrano colpi improvvisi e non dichiarati. Mentre in medio-oriente i cascami del colonialismo e dell'imperialismo festeggiano, con un rito sacrificale, il loro ritorno, anche in europa la democrazia langue, messa in crisi dall'atteggiamento nazionalistico dei Paesi ex comunisti, Polonia e Ungheria su tutti, e dalla volontà, figlia della consapevolezza della sua forza relativa, della Germania, di non condividere nulla con le nazioni-cicala, stringendole nel cappio dell'euro, per poi comprarne le eccellenze, purtroppo storiche, che hanno sempre amato, studiato, ma che hanno anche cercato di depredare: questa volta potrebebro riuscirci. Il mondo circostante a noi è sull'orlo di un cratere; per ora non si sono ancora create le condizioni perchè ci finisca dentro, ma gli avvenimenti non lo escludono. Tutt'altro.

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