domenica 23 dicembre 2012

Progressi involutivi.

Da fonte confidenziale - ebbene, sì: ne dispongo - mi giunge notizia che Unicredit banca si porta sul groppone 4.000.000.000 di euro di deficit, che non saranno interamente dichiarati nel prossimo bilancio. Credem'a me, siamo approdati per caso - pensavamo per malasorte - su di un'isola felice. Il gigante creditizio della Massoneria internazionale, con la sua egemonica presenza in diciotto Paesi europei, fra i quali, la Russia, sta scontando, finanziariamente e in progressione geometrica, tutte le crisi finanziarie innescate dalla speculazione privata statunitense nel 2008, in un tentativo di riaggiustamento degli equilibri monetari, per volgerli, ancora una volta, a favore di quegli emigranti inglesi inselvatichiti, fin dalla partenza. I 7.000.000.000 dell'aumento di capitale dello scorso anno, sono già ridotti a meno della metà. Volere o volare, però, questo gruppo rappresenta la finanza italiana nel mondo, pur attestandosi quasi esclusivamente sul continente europeo; se coltiva - e certamente coltiva - interessi particolari, lo fa su base internazionale, a beneficio primario, ma non esclusivo, delle entità economiche più forti, grandi e diffuse, ponendoci in partneship, attualmente crisaiola, con loro. Unicredit gestisce con logica di sostegno, molte industrie, che sono passate nelle mani di proprietari stranieri, non solo occidentali e arabi, ma anche russi, come la Lucchini di Piombino, in pre liquidazione. Unicredit gestisce queste situazioni in società con cartelli di banche nazionali, italiane e straniere e si confronta anche con i governi degli Stati in cui opera. Le dinamiche interne ai presidi territoriali di un'attività che sconfina sistematicamente dagli ambiti locali per veicolarne le iniziative, i ritorni e la diffusione in ogni dove, sono penose e angoscianti per il personale che viene rimestato ogni due per tre in riorganizzazioni, senza che però nessuno si sogni di limitarne le contarattuali agibilità, di farli lavorare senza un'inquadramento, di non premiarne, almeno monetariamente, la fatica. Fatica che non si esplica in un continuo vagabondaggio al servizio di una ristretta congerie di affidatari-associati, ma in un servizio di consulenza e operatività costante che si svolge presso le agenzie, mentre solo i Quadri direttivi di terzo e quarto livello svolgono parte del loro lavoro presso le sedi delle industrie-clienti, senza recar loro le agende e i calendari. Però, noi, navighiamo contro la corrente ( ci sarà pure qualcuno ai remi, se i venti sono contrari ), anche se, a volte, l'impressione è che soffiamo sulla nostre barchette, nella vasca da bagno. Mario Monti dice: così non va e, soprattutto, non andrà se non sarò richiamato all'interrotto lavoro. Già fui chiamato, dalla sinistra, a rappresentare l'Italia a Bruxelles, poi fui richiamato ( confermato ) dalla destra. O viceversa, ma che importanza ha? Per un po', durante un periodo in cui i Radicali erano utili, non importa a chi, mi fu affiancata Emma Bonino, che si impegnò molto e con competenza e risultati, mentre io mi appartavo e le lasciavo le necessarie parti ingrate, così lontane dalla mia indole. Ecco che, se qualcuno vorrà condividere il programma per il dopo elezioni, che io oggi, appena dimissionario, vi ripresento, sarò disponibile a presiedere nuovamente il Governo con i loro voti. Il centro-sinistra prende corpo, oggi..domani, chissà. Unicredit Banca,prima o poi, si fonderà con Banca Intesa: se ne parlava già all'epoca del Banco di Roma, di un progetto ufficioso di creare, ancora nell'ambito dell'I.R.I. che di lì a poco sarebbe defunto, una unica Banca di interesse nazionale e, come l'esperienza organizzativa delle banche e del mondo finanziario dimostra, sarà prima, sarà poi, ci si arriverà. Alitalia patrottica è di nuovo pronta per il fallimento. Tornerà, scontata, nelle grinfie di Air France? Con la sinistra al Governo - se Prodi docet - probabilmente sì, altrimenti fonderà la società con FF.SS., tornando surrettiziamente nelle mani dello Stato per azioni; sarebbe uguale con Air france, diverso lo Stato. Ma con Passera, in un governo di "nuova Intesa", potrebbe prevalere l'opzione nazionalistica , che consentirebbe a Montezemolo, di Italia futura, di collocare le sue poltrone Frau sui velivoli, come già avviene su Italo. Della Valle, per contare nel Gotha imprenditoriale, continua a buttar soldi. Come un magnate russo, o un emiro annoiato, si è anche comperato una squadra di calcio. Pierferdinando Casini, come per incanto, troverebbe un altro lucroso ufficio di collocamento per i suoi clienti e potrebbe rivalutare anche la sua declinante colonizzazione degli apparati pubblici, riconvertiti alla efficienza, come se fosse sempre stato così. La dissimulazione concettuale, in questi uomini e donne concreti, del fare e del disfare, esentati dai ragionamenti che chiamano filosofia, dispregiativamente, non ha conosciuto progressi: è quella di sempre, formulata per ingannare e col sorriso di scherno sulle labbra. Invece noi, che lavoriamo per il padrone della vigna ( o delle ferriere? ) siamo al sicuro; dormiamo in una stia, viviamo all'aria aperta, siamo talmente invischiati nelle beghe quotidiane che ne parliamo, investendocene, come se fossero nostre, mentre, per le nostre, i margini si fanno limitatissimi e altrettanto convulsi. La vita dev'essere così, credem'a me. Già due anni fa, alcuni economisti poco appariscenti, teorizzarono la decrescita, già in atto, del sistema e ne suggerirono la gestione indolore. Una sorta di eutanasia. Sugli scaffali natalizi delle librerie, in una rilegatura e in una veste tipografica migliore di quella degli esordi, ho intravisto nuove e più ponderose pubblicazioni sulla "descrescita felice", che gli psicologi chiamano"demenza esaltativa", sui nuovi equilibri pauperistici, con note introduttive al testo, consolatorie. Una maniera, ben nota, di risolvere i problemi con un sospiro. Noi, credem'a me, abbiamo, con lungimiranza e preveggenza, precorso i tempi e, portando fin sui monti, come una staffetta partigiana, il peculio, nostro, nel senso di proprietà e di amministrazione, lo abbiamo preservato e sottrato alle razzie saccheggiatrici dei mercati. La decrescita ebete e felice è stata quella delle nostre staffette.

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