domenica 23 dicembre 2012

Ciò che voler si puote.

Si può votare per Beppe Grillo? Penso proprio di sì. In fondo, ne abbiamo viste e votate di tutte e ben oltre i limti dell'indecenza, fino a che dopo l'alterazione degli equilibri, costruiti anche in Italia, sui morti e sulle sofferenze, non è intervenuta la magistratura a decapitare gli apparati del vecchio potere, lasciando quasi indenni quelli dell'opposizione, che tanto, per via parlamentare, non sarebbero mai andati al potere e che quando rischiarono di andarci in partnership, per opera di Aldo Moro, che voleva compensare e cogestire la crisi crescente della D.C., ne furono impediti dagli emuli dei partigiani che lo uccisero, evento che, diciamo così, non provocò né lutto, né dolore nel mondo diplomatico che conta, a cominciare da quella nord americano, impersonato da Henry Kissinger. E' tanto chiaro al già comunista e ora post comunista Pier Luigi Bersani, che la sua prima visita da candidato, dopo l'intemerata dello speker di Berlusconi alla Camera, è stata per la commissione europea. Realismo ex comunista, ma il problema è: chi glielo ha richiesto? Da sé, si sa, ci si fanno solo le pippe. Stesso realismo in Giorgio Napolitano, prono ai voleri prevalenti e speranzoso nel senso istituzionale a vita del troppo a lungo commissario europeo, a scapito di una Bonino, altrettanto brava e più pugnace. Durante la prima Repubblica, nata dalla Resistenza quasi esclusivamente comunista al nazifascismo declinante, come le dittature arabe non più funzionali agli interessi strategici e petroliferi e invise alle petromonarchie, i reduci di Salò non potevano parlare nella piazza principale delle città amministrate dai comunisti: per alcuni anni, Gianfranco Fini è stato uno dei frquentatori apparentemente più graditi del Quirinale. Pier Ferdinando Casini si è rifatto la sua mini DC e dopo aver monopolizzato tutti gli uffici pubblici con i suoi uomini, compresi quelli della Regione Sicilia e si propone ora di riconvertirsi in un piccolo comitato d'affari, di concerto con il suocero Gaetano Caltagirone, ma il gelido rigor montis pare volerlo deludere, perché poco significativo per le sue ambizioni. Ricordo di quando un mio vecchio capo del personale mi confidava di aver lasciato cadere una raccomandazione di un certo on. Casoni-Casini, perchè si trattava di un deputato, "per noi poco importante". Il tempo vola, è vero, ma non mi sembra passata un'era. Così si compongono gli interessi, così si raggiungono, per apparente, inopinata magia, risultati scintillanti; così si precipita precipitevolissimevolmente. Se si hanno soldi e possibilità d'influenza per il futuro, anche dopo la nostra morte, possiamo sentirci meno soli a qualunque età, addirittura fidanzarci con soubrettes di Tele puzzone. L'algida moralità pubblica dei comunisti che furono, sopravvive solo nel moralismo delle femministe racchie e deputate, quella sospirosa e ipocrita dei democristiani aleggia ancora, ma a un livello inferiore e non più proponibile, negli ambiti più circoscritti e provinciali. Perché quindi non si dovrebbe votare per il comico ostracizzato per piccole e innocue battute sui politci ladri, alla luce di quanto poi è emerso? La lista dei giudici, sindaci e non deputati europei o meno, mi lascia indifferente e anche deluso: i giudici rappresentano una delle istituzioni dello Stato e sono indipendenti, ma, a quanto pare, non ne sono appagati e cercano un podio dal quale lanciare accuse che non incideranno più sulla sorte degli indagati e sugli equilibri di potere, che già, in gran parte, li ha emarginati e costretti all'esilio, a Strasburgo e in Guatemala. Sembrano declinare in un comodo assestamento inferiore, o venire a patti con il sistema che avrebbero dovuto amministrare. Se chi esprime un voto inutile, perché rigorosamente d'opinione, votasse, per una volta, Beppe Grillo, non nuocerebbe alla Patria e rivitalizzarebbe, almeno per un po', il dibattito pubblico. Poi ci saranno sempre gli asociali, credem' a me.

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