giovedì 10 marzo 2011

Milone

Ricorrenze.

Ogni anno, di questi tempi, il Credem'a me aggiorna la situazione sullo stato delle gravidanze aziendali, con la scusa della tutela delle lavoratrici gestanti ed attiva all'uopo la sua Securitate.
Faceva così anche Ceausescu, in Romania, attraverso lo screening ginecologico obbligatorio, che nel suo caso, oltre a monitorare le ridotte capacità lavorative a questo titolo, serviva anche a verificare se, nei dodici mesi precedenti, qualcuna avesse abortito. Il sistema totalitario latino pianificava forze, consumi di base, ma anche il numero che "fa la potenza".
Redditualmente, questi aspetti non ci interessano.
In Credem, l'applicazione delle norme, non solo contrattuali, ma anche quelle di legge, viene prevenuta ed auto-amministrata, come se nulla dovesse essere possibile fuori dall'aziendalità e, soprattutto, senza che nulla si insinui, come cultura aliena, in un costume - favorito dalla destrutturazione contrattuale che i sindacati hanno supinamente assecondato - inteso come regola.

Sempre di questi tempi, in ogni banca si pianificano le ferie. Qui da noi si avverte una certa fretta nell'imputazione, che, per prassi consolidata, si esercita entro la fine di Febbraio, per trovare convenzionale conferma, anche tacita, entro i trenta giorni successivi: "le ferie vanno tempestivamente confermate", recita il contratto di lavoro.
Stranamente, la definizione non avviene all'interno dell'unità produttiva, ma, in prima battuta, è reclamata dal Responsabile organizzativo, in seconda, dagli SM. Questi ultimi fissano la fruibilità, in estate, in due sole settimane consecutive, più una terza godibile da sola. Su questo il contratto è chiaro: "le ferie si usufruiscono in due periodi, di cui uno non inferiore alle tre settimane".
Non si può trattare, quindi, che di un invito ad adeguarsi ad un costume, con evidenti aspetti condizionanti ( non uso altra espressione per non evocare un reato ), per i non tutelati destinatari, altrimenti si tratterebbe di una smaccata violazione di un diritto sancito contrattualmente e garantito costituzionalmente.
Siamo alle solite: si vuol trarre il maggior frutto dalle risorse più scarse che sia possibile. Il resto è "fabula".

Il 17 Marzo si ricorderà, cerimonialmente, il 150° dello Stato italiano. Sono certo che via Emilia San Pietro sarà tappezzata di tricolori della repubblica Cispadana.
Sarebbe riduttivo andare a lavorare.

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