giovedì 10 marzo 2011

Milone

Quindi, caro Milone, siamo stati capaci di istituire la festa con recupero. Ci mancava che sancissero "la tutela dell'economia nazionale e corporativa" ad interpretazione del meschinamente applicato "recupero delle festività soppresse", con automatica trasformazione in ferie del giorno già programmato a quel titolo.
Un'amministrazione da drogheria. Un regime consimile.

Oggi, il cassiere volante Giovanni, che già ieri credevamo destinato ad una lunga serie di trasferte, è, invece, ancora con noi. Pare che fra sabato e domenica sia stato avvisato, sul suo numero di telefono privato e quindi, ope legis, non nella disponibilità dell'azienda, che il combinato disposto delle emergenze sanitarie lo affrancava dal recarsi ad Imola. Sono certo che le concertazioni festive hanno riguardato anche l'RDE, pur privo di firma sociale e non catalogabile fra i reperibili, così come l'ulteriore proroga della esecuzione della pena è stata anticipata a Giuseppe d'Andria, che si è reso "parte diligente".
Non è stato esteriormente apprezzato un mio modesto accenno all'Ente superiore che sovrintende ai destini e li determina.

"Tira fuori la donna che è in te!" Questo per motivare una povera "apprendista" a trovare significati gratificanti nel trasferimento in una pertinenza del cimitero di San Giovanni in Persiceto.
Non ero a conoscenza di questo irredentismo vaginale che mi sembra speculare al machismo di un tempo, da caserma o da bar. Il machismo e il femminismo che ci hanno afflitto ( in parallelo ) per una generazione, sono frutto di una pseudo-cultura compensativa, risentita per una inadeguatezza prodotta da ben altre cause e si traducono in esortazioni violente, quanto ambigue, quasi che si volesse incitare alla rivincita, in questo caso per l'inerme situazione contrattuale nella quale "l'attenzionata" si trova ( grazie, in primis, ai sindacati ).
Il consueto doppio vantaggio con una fava..avvelenata.

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