mercoledì 16 marzo 2011

Milone

Domani, vecchio Milone,saranno 150 anni da che una periferica - rispetto all'asse della costituenda nazione - dinastia, desiderosa di ampliare ed irrobustire le sue strutture ed i suoi interessi, legandoli ad un territorio, concepì il disegno dell'unificazione italiana. Vittorio Emanuele ed il suo Ministro degli affari esteri Costantino Nigra, erano massoni, cioè legati agli interessi transnazionali delle Logge. Cavour non lo era; in compenso, parlava solo in francese ed era fermamente convinto che in Sicilia si parlasse l'arabo. Di fatto, i savoiardi temevano la crescente influenza della Francia e paventavano una possibile loro annessione, una congiura della Chiesa con i transalpini, ogni tanto difensori della cristianità-cattolicità, quando non in contrasto con il loro sciovinismo. La Chiesa, da parte sua, "nel mondo" stringe alleanze politiche secondo le convenienze. Lo fa ancor oggi che non possiede più un territorio, altro che simbolico. Fu proprio la perdita del potere temporale - poi benedetta - e gli enormi benefici economici che ne derivavano ( oggi completamente recuperati ed aumentati ),la causa della scomunica ai massoni, non comminata, prima di allora, alle logge estere.
Gli italiani erano estranei a questi traffici ed ancor oggi hanno un'etica civile piuttosto pittoresca.
Il popolo pagò le conseguenze degli sconvolgimenti che intervennero nell'organizzazione dello Stato, delle carestie successive all'annessione, delle stesse espropriazioni dei beni ecclesiastici, affidati, perché venissero sfruttati, ai nuovi feudatari sabaudi. Oltre a tutto ciò, dovettero subire la coscrizione obbligatoria che li decimò soprattutto per l'inadeguatezza degli equipaggiamenti, l'inedia e le malattie.
Centocinquant'anni sono, oltretutto, pochi e domani sarà anche il trentennale della P2.
Auguri a tutti!

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