venerdì 23 dicembre 2011

Milone

Così come se ne era andato, è tornato - che sia risorto? - Giovanni semi-decollato.
Strano giorno, il mercoledì, per riprendere servizio, soprattutto se si torna da Cancun.
Una cardiopatia, con fibrillazione atriale, non gliela toglie nessuno, dopo una vita last minute.

Quest'anno si parla poco del Natale; molto delle incertezze per il temuto cambio di regime....fiscale.
Meglio così. Il Natale sarà più raccolto - spero - tranne che per le famiglie nelle quali si parlerà, anche a Natale, maledicendolo, di Super Mario Bros.

La moda ha anticpato la società che verrà. Apriamo la porta a facce patibolari, sconvolte, infagottate in panni esausti. Ricchi e poveri non si distinguono, mimeticamente.
Solo noi della Casa del cameriere, possediamo l'abito e le phisique du rol.

Il ristagno degli utili rende vano il cortocircuito aziendalista. Di questi tempi ci si dovrebbe accontentare di mantenere le posizioni, dato che si conta su un gruppo storico di fedelissimi, intesi come clienti e come dipendenti, ma, se così fosse, verrebbe contraddetta la logica del capitalismo, anche se famigliare. Così, la spremitura della polpa, esangue, si accanisce sulle ossa e sulla pelle.
Campagne di incentivazione alle nascite - a prescindere dai fatti nostri - non avrebbero, in questa società, successo. Toccherà, quindi, agli extracomunitari e alle loro famiglie, sopportare il peso maggiore dei nostri egoismi.

Guarda chi c'è. La beneficiaria del meretricio pre Merlin. E' accompagnata da una sua lavorante che indossa ancora il grembiule. Quando escono, sembrano due suorine, la Superiora e la servente, nere e impastranate come sono. Vuole fare una gamma di operazioni infinite in tre minuti primi e senza spese. Al bar, all'angolo della famigerata impresa, è esposto, in originale, il tariffario delle marchette e i tempi contingentati per prezzo.
Assomigliano molto ai nostri tempi di lavoro, scanditi da figure assimilabili e prive di veste contrattuale.

Stasera, dopo la pena quotidiana, mi assiderò sulla poltrona del barbiere - gli sono affezionato, ma non posso fare a meno di assimilarlo alla mia scimmia pulitrice - che mi "spidocchierà", scioglierà l'intrico dellla mia peluria cranico-facciale e, per quaranta minuti, mi rilasserò.
Sempre che, dopo i fischi degli allarmatissimi sistemi, non si metta a suonare il telefono portatile e mi distolga dallo shampoo, dai grattini cerebrali e dalla frizione con l'asciugamano, dopo la disatalebanizzazione della barba del Profeta.

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