martedì 4 ottobre 2011

Milone

L'accordo sulla rappresentanza e sulla validità degli accordi sindacali, sottoscritto anche dalla CGIL, senza che questa organizzazione modificasse il proprio Statuto, rivela l'affanno del sindacato nel suo sforzo trasformistico senza un obiettivo, come tutto il comparto della politica, civile o sociale.
La Confindustria spera di evitare l'uscita dalla sua organizzazione della maggiore iscritta - la FIAT - mentre i sindacati confederali scelgono la strada para-istituzionale ( loro che sono associazioni private, basate sugli associati ) dell'essere interlocutori sempre più politici e sempre meno rappresenta(tivi)nti dei lavoratori concreti.
La FIOM pare non starci ed ha già chiesto le dimissioni della Camusso, che dalla categoria era già stata espulsa per "moderatsmo", provenendo, fra l'altro, dalla corrente socialista, come Epifani, il quale, però, non prendeva di petto una componente storica e così considerata.
Ci stiamo adeguando all'europa.
Modello francese, con la CGT ( Thorez si rivolterà nella tomba o lo metteva in conto? ) da quasi trent'anni al 10% della rappresentanza fra i lavoratori, ma ricca ( per i contributi pubblici ) e riconosciuta presso le istituzioni, o modello tedesco, corporativo e partecipativo con un valore economico del doppio ed una media delle retribuzioni superiore del 67% rispetto alle nostre?
Per altro, l'Europa è la Germania, il marco è diventato l'euro, i nostri partigiani riposano sopra le corone d'alloro deposte ai piedi delle loro fotografie, fra bandiere nazionali e di un'Europa egemonizzata dalla Germania, loro che sognavano di riposare fra le bandiere rosse.
I Francesi contano sostanzialmente poco, ma se la tirano e coprono politicamente il quarto Reich.
A noi, Credem'a me, non ce ne importa, stiamo nella nostra nicchia al di qua del bene e del male e, in questo, siamo anomali rispetto all'italico gioco opportunistico con la realtà.
Poi, di quanto accade nel mondo economico e, per corollario, civile, nulla ci cale.
In questo siamo perfettamente in linea con il costume nazionale.
Anche i tribuni della plebe si stannoe volvendo "culturalmente".

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