mercoledì 29 settembre 2010

Milone

Va bene. Milone, che business is business, nel nostro caso inteso come cura dell'aia domestica, ma il rifiuto di cambiare valuta estera ai pellegrini è pratica antieconomica, in questo mondo "globalizzato".
Mi sono deciso a scriverti, dopo aver dovuto rifiutare una prestazione che sapevo dovuta, nella mia vetero-cultura da azienda di servizi, per l'ennesima volta.
Non ci sono commissioni che tengano: rompono le scatole, dicunt, tradunt.
Così si intacca il costume più inveterato: a Bologna, città di transito, il cambio mercatorio faceva parte dell'ospitalità riservata a chi portava interesse e, che fosse culturale, non sconcertava, ben sapendo che cultura, commerci e libero scambio vanno a braccetto. Pare che non sia più così e non è certo un'evoluzione.
Questa mattina, una signorina americana, dotata di dollari, mi ha confidato che stava risalendo per via Indipendenza dalla stazione, senza aver ancora trovato accoglienza presso sette filiali, prima della nostra e che stava facendo esperienza e conoscenza del centro cittadino, sia pur con scarse speranze, ormai per ragioni di sussistenza.
"Vengo da Trieste e là nessuna banca ha dimostrato difficoltà".
"Sa, in quella città di confine, approvigionarsi anche di dollari, stimati, insieme all'euro, anche in Slovenia e in Croazia, non guasta".
L'unico scambio che non conosce cris, ormai, insieme a quello delle pompe funebri, è rimasto probabilmente il meretricio, almeno lungo lo stesso faticoso tragitto della nostra ospite. Il giovane Questore Rendina, che poi divenne un poliziotto famoso, appena approdato a Bologna, chiese, per competenza, all'anziano predecessore, dove potesse trovare "da far bene".
"E' venuto in treno, giovanotto?" "Si". "Bene, ritorni in via Indipendenza e suoni ai numeri dispari sulla destra, scendendo, e a quelli pari sulla sinistra e troverà ciò che cerca".
Come cambiano i tempi: le banche nacquero come esazione della prostituzione sacra nei templi pagani, i cui sacerdoti vestivano, anche allora, in maniera acconcia.
Come minimo, però, mi sembra una mancanza di proattività.

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