giovedì 16 settembre 2010

Milone

E' tempo, Milone, senza tralasciare l'uso della satira che i tempi strettissimi di redazione mi consentono, di tentare di approfondire la natura ed il costume del Credem'a me, del quale oggi faccio parte e del quale aspiro a comprendere quanto mi sarà possibile, così come ho fatto nelle altre fregolesche entità che ho frequentato.
Mi pare di cogliere qualche affinità, forse qualche influenza. Sono le metodiche stantie e pigre dell'egoismo e del potere, anche in forme caricaturali.
Mi è chiaro che l'analisi richiederebbe ben altre conoscenze, ambientali e storiche.
Farò come potrò e saprò, sempre con onestà verso me stesso.
Cercherò di investigare le ragioni antiche e recenti di una staticità sostanziale, conservativa ed opulenta. Per ora - è ormai ora di consumare un frugale ed intossicante pasto - posso solo esprimerti una sensazione: quella di essere passato dalle squallide clientele della Banca di Roma, ad un crogiolo ristretto intorno ad una proprietà dinastica, oggi coagulata anche negli assetti azionari, residuali intorno a un grande sole.
Dal generone andreottiano ai sodali del Resto del Carlino.
Con beneficio d'inventario.
Pier Paolo

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