giovedì 15 novembre 2012

Bellicismi barbari.

I tempi morti, successivi alle elezioni americane, sono finiti. Israele ha ripreso a uccidre i suoi avversari politici e militari. La vendetta si è abbattuta sul carceriere del caporale scambiato con 1.000 militanti palestinesi. Mille sono tanti, soprattutto se sono in carceree conferiscono ai combattenti palestinesi le caratteristiche di un esercito popolare. Israele si serve, invece, del suo esercito regolare e dei suoi servizi segreti con licenza di uccidere e si propone, spalleggiato dagli Stati Uniti di cui è gendarme in una zona molto più ampia del medio oriente, all'interno del quale anch'esso si colloca. Israele si propone di impedire ai Paesi concorrenti nella regione di competere con lui sul terreno nucleare, per rimanere, per conto degli Statunitensi, l'unica potenza d'area. Le formazioni sportive israeliane competono nelle manifestazioni europee, anzichè, come sarebbe logico, in quelle del proprio territorio, di cui esprimerebbero, fra l'altro, valori tecnici ed agonistici conformi, esclusion fatta per il basket, nel quale schierano spesso formazioni professionistiche composte esclusivamente da nord americani. Gli Israeliani bombardano a man salva lo stremato popolo palestinese, recluso nella striscia di Gaza, che reagisce con i mezzi che gli vengono forniti e gode dell'appoggio della maggior parte dei propri disgraziati connazionali. Se così non fosse, la repressione cieca che va avanti da decenni non sarebbe necessaria, sarebbe anzi contro producente. Il mondo occidentale è afono e solo gli interessi geo-petroliferi tengono insieme una Intesa di fatto fra monarchie petrolifere e compratori che è già contraddetto da un virulento terrorismo, che trova origine proprio nei Paesi più commercialmente alleati con le potenze consumatrici. All'esaurirsi delle fonti energetiche, molti equilibri instabili rischiano di crollare. Nell'Europa meridionale si è celebrata una giornata di opposizione alla politica giugulatoria che la parte settentrionale ha imposto, ragionieristicamente, ai popoli meno coesi e meno produttivi oltreché peggio governati. Le manifestazioni hanno avuto molti epiloghi violenti, molti minorenni, in passato percossi, sono stati identificati precauzionalmente per il futuro. A Madrid, un bambino di tredici anni è stato violentemente malmenato. Secondo i collettivi studenteschi, l'azione della polizia è stata premeditata e volta a spezzare, intimidire la testa dei cortei, con sequestri brevi, durante i quali i contusi manifestanti sarebbero stati minacciati di morte. Io credo a questa versione. I poliziotti sono dei bifolchi violenti, hanno una mentalità fascista e troppe volte hanno dato prova di spirito sadico per poter essere creduti nella vulgata dei comodi comandanti, ben pagati e comodamente assisi sulle loro poltrone e che, nonostante questo, spesso tradiscono, a loro volta, ghigni ed atteggiamenti da sbirraglia. Che anche all'interno dei gruppi che provengono dagli emarginatoi periferici dei Centri sociali, vi siano gruppi che cercano lo scontro sistematico, non avendo nulla da perdere, è vero, ma, rispetto alla violenza istituzionale, spesso socialmente approvata e, quindi, vile, si tratta di frange poco incisive anche se non innocue. Il posizionamento acritico, aprioristico, indifferente, verso questi fermenti e la reazione repressiva verso i medesimi è indice significativo della dicotomia sociale e morale che già si è creata nel tessuto sociale, fra coloro che possono continuare a percepire un reddito, più o meno modesto e coloro che ne sono privi, ma che, rivendicandolo, sono sospetti ai beneficiari della crisi perché attestano di volerlo conseguire per obiettivi di gestione delle famiglie, per godimento privato e non solo per incrementare la ricchezza di chi, a questo scopo, lo fornisce. Un altro emblema del barbaro periodo in cui continuiamo ad inoltrarci è la negazione di qualsiasi scopo che non sia strettamente economico e la subordinazione totale al profitto altrui che contempla. Un episodio, avvenuto a Milano, mi conferma nella tristissima sensazione che l'evoluzione - si fa per dire - dei sommovimenti in atto, congiura verso la devastazione sterile e l'appropriazione predatoria. Un ragazzo, un manifestante, infatti, è stato derubato da altri partecipanti al suo corteo. E successo anche lo scorso anno, in Inghilterra, durante il saccheggio del quartiere di Thottenam. Le frange più brute dei manifestanti, che sono destinate ad aumentare, non avendo più né riferimenti, né interlocutori, si dedicheranno al consumismo possibile.

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