domenica 8 aprile 2012

Effetti dei comportamenti "virtuosi".

Un governo composto, per la sua parte preponderante, da docenti universitari in materie economiche, partecipi e presenti nei consigli di amministrazione di grandi banche e, poi, da ex Prefetti, da diplomatici, discendenti da casate mobili e da avvocati di apparato economico, tutori di grandi ricchezze e ricchi a loro volta, la dice lunga sull'orientamento ideologico degli ineletti reggitori della cosa pubblica. E' evidente che costoro, dovranno incistare nel corpo istituzionale elementi fondativi di un nuovo costume economico, sociale e culturale, prevedibilmente immodificabile per alcune generazioni. Il progetto contempla un'ambizione più grande e non innovativa: la stabilizzazione di una riaffermata gerarchia economica e sociale, di stampo culturale ed ideologico, come si conviene ad una accolita di Maestri. Dei professori al Governo bisogna diffidare, meglio, da loro bisogna guardarsi. Ciascuna categoria è incline, più o meno consapevolmente, a valorizzare, anzi ad imporre, il proprio modello potenziale di potere e rischia di diventare più realista del re, quando si industria a supportare "tecnicamente", l'impresa, la nazione ed ora, addirittura un Ente sovranazionale, al cui disegno adeguare le incongrue fattezze di un Paese estremamente variegato, in termini economici e reddituali, culturali e fin anche linguistici, che ancora esprime assetti di potere e riferimenti simbolici molto particolari e specifici, ad una struttura di pensiero unico. Si obietterà che, in realtà, si tratta di una conversione economica, omettendo però di analizzare quanto ne beneficerà la popolazione occupata nelle attuali diverse espressioni, i potenziali occupati di domani, le aree depresse o non conformi ad un progetto mercantile ed industriale, simile a quello delle economie di mercato più dinamiche. Più dinamiche, forse, lo saranno, ma in che termini? Nei termini dei 40cent. all'ora degli operai cinesi o dei 60 di quelli thailandesi? Attraverso un processo di decentramento delle attività nei paesi "liberati" dal comunismo a appoggiantisi alla parte occidentale dell'Europa, catturati nell'Unione, per farne manovalanza controllata e a basso costo? L'abiura della poliica keynesiana che, attraverso l'investimento pubblico in economia e la facoltà nazionale di battere moneta, consentiva all'occorrenza svalutazioni competitive, il sostegno necessario alla cultura e alle sue pubbliche manifestazioni, l'assicurazione di lavori stabili e di pensioni fin troppo precoci, ha liberato gli spiriti animali dell'accumulazione e la dispersione di conquiste faticose che avevano impegnato per generazioni le categorie professionali e il mondo del lavoro nel suo complesso.la tendenza resta fortemente contraddittoria, ma se una logica si può intravedere, codesta è quella di una riduzione della massa dei salari da lavoro dipendente, in maniera da poter perpetuare il controllo sui redditi - ma dubito, sul costume - della maggior parte della popolazione coinvolta. A far da argine e ad incanalare il disagio nella pietistica supplica rassegnata, contribuirà certamente la Chiesa, che pur non lesina, in questa fase, le critiche ad un criterio di principio - vogliamo chiamarlo neoliberale - che ha sempre ideologicamente osteggiato, come il suo precipitato, il marxismo, per ragioni storiche di concorrenza politica e di presa sulle coscienze. L'obiettivo è di stabilizzare le retribuzioni su una base ordinaria di 1.200 euro al mese, dopo aver scremato con i licenziamenti o con i contratti di "adozione" le retribuzioni che sforano questa soglia. Le pensioni saranno fruite in fin di vita su di una base inferiore al 70% attuale. Nel frattempo, dato l'allungamento repentino della vita lavorativa, si potrà fare una selettiva politica di licenziamenti, laddove si manifestino contraddizioni organizzative a questo progetto sottostante. Il fenomeno potrà contemplare accelerazioni e rallentamenti, secondo le esigenze congiunturali, una volta creata una base reddituale uniforme. Nel frattempo, già lo constatiamo, sono in esponenziale aumento gesti estremi, come il suicidio, in un numero crescente di artigiani, piccoli e medi imprenditori in fallimento e di lavoratori senza reddito, perché licenziati e con la prospettiva di percepire una pensione, seppur misera, dopo alcuni anni di assenza di reddito, perché la "vecchiaia" previdenziale si è allontanata. Ecco la ragione di costumi ormai desueti, almeno nella piccola borghesia. Studi interrotti per mandare a lavorare i figli, per mansioni d'occasione. Una società ricacciata indietro nel tempo, al dopo guerra, in un contesto di direzione e condizionamento gerarchico della Germania, nella nostra area geografica e, in senso lato, dei mercati. In Grecia, la malnutrizione riguarda già 500.000 bambini e i suicidi si sono moltiplicati. Sembra purtroppo una rivincita storica, per altro ricorrente, della potenza che fu sconfitta e divisa al termine della seconda guerra mondiale, mentre il venir meno dell'argine politico e militare, sia pure non contemplante la libertà, al capitalismo più basso e speculativo, ripropone per i popoli, lo spettro dello sfruttamento. Esclusiva volontà di prevaricare, quindi, ancora una volta, nessuna ricerca di equilibri compatibili. Ma anche questi semplici elementi di equità non si producono, né si mantengono da soli: richiedono impegno e una forza diffusa per affermarli, che non si intravede neppure lontanamente. Urge un rilancio della dialettica e nuovi soggetti politici di livello ed onestà. Il momento richiede l'attivazione di tutti gli anticorpi residui nei confronti dei movimenti, dei comici al potere, della destra populista. Ma non ci si deve rassegnare al trattamento "tecnico".

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