domenica 16 maggio 2010

Milone

Milone, Credem,a me,
questa vita proattiva mal si attaglia a chi ha raggiunto la civiltà sedentaria.
Lo spirito nomade è dei popoli primitivi, sempre alla ricerca di cibo e poco inclini, per procurarselo, alla stanzialità dell'agricoltura ed alla stabilità della famiglia, del villaggio.
Meglio è per loro e più stimolante, cacciare, prima, e poi razziare, come fanno oggi i ticoons della finanza, senza sottostante produttivo e di vendita, globale.
Si tratta, necessariamente, di popoli giovani che si selezionano eugeneticamente da sé.
Chi riesce ad invecchiare, chi si infortuna, viene tralasciato a morire d'inedia e a far da pasto alle fiere.
I giovani esemplari si angustiano per cercare di darsi una prospettiva e, somatizzando,tirano avanti, al prezzo che natura e cultura richiede.
Noi, comodamente sistemati a Reggio Emilia e privatamente gelosi delle nostre epicuree abitudini, cerchiamo di intercettare i flussi di denaro per metterli a disposizioni di chi non ne ha bisogno.
Il compito precipuo dei nostri addetti alle imprese è di favorire un utilizzo non necessario ai fini conservativi, bensì utile - si vedrà...- per investimenti alternativi, garantiti da quanto proficuamente già esercitato.
Sarà questo lo scopo della convenzione Napoleone?
Nel mio piccolo, anni fa, ricevetti la sollecitazione allo sportello, di una signora che, pur avendo un saldo attivo di 180.000.000 di lire sul suo conto personale, impetrava un prestito di 25.000.000 per acquistare una automobile.
Con il marito, possedeva un conto cointestato in un'altra banca, ma aveva sempre simulato di godere di un reddito inferiore, con il coniuge, per sollecitarne il familiare sostegno.
L'auto da acquistare costava, infatti, ben più dei 25.000.000 richiesti.
Che c'entra? Dirai.
Sono categorie diverse di un unico meccanismo mentale, sul quale speculano tutte le istituzioni finanziarie ed a cui accedono, nella loro piccola disonestà, anche i nostri consimili, sub specie clientis.

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