mercoledì 12 maggio 2010

Milone

Caro Milone,
è tutto un via vai di gessati scuri a righe, stile Chicago 1920-30, dai quali ormai distinguo gli avventori dai colleghi.
Altro discrimine è l'età: se sono anziani appartengono certamente al Gotha degli immortali. Altrimenti sarebbero in cassa o ai giardinetti, al 70% della retribuzione.
Dicevo che l'andirivieni è incessante: l'onnipresenza viene assicurata, per ogni ruolo e mansione e, organizzativamente, tutte le voci contrattuali vengono subordinate alla trama delle sostituzioni, giostrando le insufficienti pedine sullo scacchiere.
I vari Capi blocco confermano molto tardivamente i piani ferie e lo fanno con semplici e-mail, in calce alle quali si mettono a disposizione per ogni "delucidazione".
Dato che non si possono servire due padroni, non vale la pena di prendere in considerazione la profferta. Forse, qualche iscritto al sindacato unico aziendale può farlo preliminarmente, dato che vi sono parimenti iscritti i Capi blocco, così come, compatibilmente, possono, forse, evitare le mansioni e le destinazioni sgradite.
Constato che le ferie, per uno o due giorni al massimo, vengono consumate, per riposarsi o sbrigare qualche pratica amministrativa, con frequenza, la stessa delle malattie, sincopate quando non son sincopi.
Eppure, per scelta cautelativa, il lavoro non è molto.
Si gira fra i campi, le stalle, i viottoli e le taverne, sotto l'occhio vigile del paese intero che, della vita di ognuno parla, discute e commenta.
Per il resto, il tempo trascorre noioso: mai una rapina a movimentarlo. Ogni tanto, quache sbriga-faccende si presenta, intasca dobloni ammazzettati, firma la distinta di trasferimento contante e torna al suo avamposto, con passione e responsabilità.
I gessati grigio scuro, pur rappresentando un evidente mascheramento di identità, passano inosservati fra la folla in movimento, illusa di avere un obiettivo o di perseguire uno scopo.
Non sono collocabili in un contesto.
La compagnia itinerante dei gessati scuri a righe, raggiunge infine il tableau sul quale si esibirà, per un pubblico di abbonati, seduto nelle ridotte di un saloncino.
Ecco il passo farsi più felpato, l'ammiccamento e le parole d'occasione, sempre le stesse, verso Tizio o Caia, lo sguardo perplesso verso l'ultimo venuto.
A fine giornata, consumati gli estremi convenevoli, la compagnia di giro si congeda e consulta il palmare aziendale per sapere dove potrà, domani, esercitare la sua passione e responsabilità, sempre tramite auto privata, per limitare la fatica fisica, accrescere la secrezione di adrenalina, utile per il successo e contribuire, con questa condotta non igienica a sclerotizzare la circolazione.
Solo quando sarà vecchio e malato, ciascuno si renderà conto di avere girato secondo lo scopo di una trottola, che qualcun altro aveva lo scopo di far girare, per divertire, a sua volta, un'anima bambina e irresponsabile.

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