giovedì 23 aprile 2009

Milone

Milone era un povero lottatore, un Rambo altrettanto mitologico di quello cinematografico, ispiratore di tutti i cretini successivi. Non poteva finire che per ispirare campagne mercantili a compensazione del senso di frustrazione di tanti irrisolti. Propongo una miscellanea dei suggerimenti che, richiesto, gli ho rivolto. Ogni tanto ci vengono proposti tre minuti con questo o quel responsabile di acronimo. Durante la mia giovinezza, alla radio c'era la rubrica "tre minuti per te. Ti parla padre Virgino Rotondi". Il buon frate somministrava liriche dosi di pace sospirosa. I nostri responsabili d'acronimo, invece, con qualche discrasia grammaticale e/o sintattica, dopo una disanima di maniera del pregresso, indulgono, chi più, chi meno, nella retorica sulla qualità delle truppe e finiscono per scivolare nel lessico ( perché di contenuti non si può parlare ) del discorso dalla camionetta nel cortile della caserma. Per fortuna, per ora almeno, siamo nell'ambito della retorica aziendalista.... Auguri ritardati. Buona Pasqua, anche se tardiva, a tutti i pasqualotti. Loro gradiscono sempre, per convenzione ed obbligo sociale, nel nostro caso societario. Buona Pasqua ai pasqualotti ortodossi, che la celebreranno domenica prossima. Buona Pasqua ai Giudei, che con il pane azzimo, ricordano la liberazione dalla schiavitù d'Egitto ( per questo fecero mettere a morte dai Romani un tizio un po' strano che parlava d'amore per tutti, anche gli oppressori ). D'altra parte riteneva di essere figlio di una vergine - sedicente - e gli avevano detto, da piccolo, che era figlio di Dio. Non di un dio qualunque, come capitava ai semidei dell'antichità classica, con mamme tutt'altro che vergini. A voi il lottatore Milone, a voi e a tutti i Credem credenti. Caro Milone, la nostra consuetudine comunicativa mi è di conforto in questo crogiolo di tassi, rendimenti, condizioni, prospettive successorie, l'unica forma di immortalità accessibile ai nostri primati risparmiatori. Fuori dalla finestra, sotto una targa divelta dai giardinieri comunali in sede di potatura degli alberi, hanno sostituito il manifesto elettorale di Flavio Delbono ( con gli occhi azzurri ), con un'offerta di sartoria da 160 euro. Promesse da marinaio, pubblicità ingannevole, dirai. Vecchi sodali della Questura, presso la quale ha la propria sede quel covo di serpi in seno che sono i sindacalisti, dicono invece che si tratta di offerte reali di organizzazioni camorristiche campane che, da qualche tempo, per diversificare e riciclare, hanno adottato il metodo del libero commercio. Aprono negozi al nord e vendono i loro prodotti a prezzi scontatissimi, dopo averne appaltato la commissione agli ottimi artigiani delle loro zone di origine, che remunerano con mercedi da sfruttamento e, che per parte loro non possono scegliersi i committenti. In breve, dopo una prova, la sottoprezzata confezione viene consegnata al cliente che potrà appagare la sua vanità con poca spesa. Fanno così anche i Cinesi in spiaggia con i falsi Rolex che brillano al polso di improbabili possessori che si accontentano del loro falso aspetto essendosi ridotto il mondo ad un "mondo di apparenze". Mi viene fatto di pensare che il modello criminale ( che non sa di essere un modello ) sia del tutto speculare a quello legale: si esercita solo in un altro ambito ed è indirizzato all'arricchimento di non predestinati o almeno non previsti in quell'ecosistema artificiale. In termini di raccolta il sud non è così povero come in termini di reinvestimento sociale: vi arrivano solo...e per ora i contribuiti pubblici, nazionali ed europei, che vengono intercettati dai soliti soggetti che li reinvestono il luoghi più redditizi e di altro costume socio-economico. Anche tu, Milone, che oltre ad essere crotonese, hai tante filiali nel meridione, in particolare nella a te vicina Sicilia, non puoi esserne ignaro, né puoi esimerti, quanto meno, dal viaggiar parallelo e tangente alla realtà, né lì, né altrove. Buoni ludi gladiatori. Caro Milone, se mettessimo sul frontespizio della carta Ego l'immagine di Paperino, potremmo fare una campagna giovanissimi, importante per il futuro. Proporrei anzi di estendere la decorazione di tutte le carte magnetiche prodotte in Cina, con i personaggi della Disney e di addebitare il copyright alla festosa clientela. Milone, non so se ho capito o, almeno, intuito qualche elemento della tua gestione degli affari. Forse tu non pratichi il clientelismo che ho sperimentato nella vecchia banca, nella quale gli interessi si mischiavano ai favori economici e politici, in un sodalizio che si è dimostrato alla fine distruttivo, ma che non ha impoverito nessuno degli attori principali, storici e di circostanza di quel copione. Forse tu pratichi il nepotismo dei vertici ed un rivisto feudalesimo nei confronti dei tuoi fedeli vassalli, per questo "meritevoli". Il bene dell'azienda si identifica con il bene della famiglia e di quanti concorrono al suo benessere. La tua è quindi una banca padronale dal sapore antico, nella quale i diritti sono subiti come il portato di una civiltà estranea e ridotti al minimo indispensabile. In questo sei coadiuvato dai buoni uffici dei chierici sindacali, che, condividono, di fatto e in dottrina, l'antico costume agrario, nel quale la mentalità del latifondo accomuna le indistinte parti sociali, che conoscono motivi di attrito e di rivolta solo se il bracciantato è ridotto alla fame, ma che, altrimenti, al padrone porta i suoi prodotti migliori. Buona Pasqua, Milone. Riposa e sgranocchia l'agnello che hai sacrificato con le tue mani nodose e il tuo cervello becero. Pace anche a Simone, che, neppure trentenne, prende a girovagare per i corridoi non appena qualcuno lo innesca con il telefonino e che ritorna costantemente sui suoi passi, preda di un'evidente nevrosi costrittiva. Pace a Vincenzo di Roma, che non ha raggiunto il budget e deve fornire spiegazioni: chi gliele chiede ignora che "ma che ce frega, ma che c'importa" è il vero inno nazionale. Buona Pasqua a tutti: riposino i telefonini e le interessate cortigianerie.

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