sabato 25 aprile 2009

Con Dario si può fare.

Con Dario con Serse, non so, ma mi pare che il neo-direttore del Mulino, Piero Ignazi, si compiaccia della mancanza ( apparente ) di riferimenti ideali e culturali del Partito Democratico, che, evidentemente, gli intellettuali come lui si propongono di riempire, non senza tornaconto, suppongo. Cosi ho commentato il suo pezzo sull'Espresso, sezione Opinioni:" La tutela dei ceti proletarizzati dalla crisi dei consumi ( da ricambio dei beni posseduti ) degli abbienti è l'unica intenzione seria del neo-segretario a termine. Purtroppo è espressa solo a parole, per mancanza di potere e non è, quindi, neppure verificabile. Per di più è espressa con il tono del ragazzo della porta accanto, diventato leader nelle parrocchie e, per fortuna, non al cinema e nelle frequentazioni salottiere, prima del padre e poi proprie. Siamo ben lungi dall'avere una leadership credibile e solidalmente sostenuta e solo l'auspicata, fin dal suo proporsi, decadenza fisica ed anagrafica del cavaliere potrà consentire di misurarsi con un vertice meno mediatico e più scopertamente fascista dei competitor. Salvo forse dover constatare che questi saranno cooptati al vertice dalla maggioranza del corpo elettorale, quindi anche da molti lavoratori, a prescindere.Insidiosa, in questo senso, è la diffusione delle cellule cancerose dei democristiani, al centro e nelle amministrazioni."

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