mercoledì 3 agosto 2011

Milone

Mentre nel mondo bancario privo di passione e di responsabilità si replicano i provvedimenti di esodo, a cui seguono razionalizzazioni di servizi che conducono - o dovrebbero - a minori oneri e, quindi, a crescenti ricavi ( laddove questo non si verificasse, si provvederebbe ad acquisizioni-fusioni, carta contro carta, senza esborso di denaro e, regolati i rapporti di potere interni che, dove non regolabili, darebbero luogo a liquidazioni multimilionarie ), nel nostro piccolo mondo antico ci stringiamo sempre più ai nostri costumi autoreferenziali ( compreso anche l'esodo individuale mirato ), nel quale, evidentemente, trovano ricetto anche i comuni clienti. Quello che facevano là - almeno in termini finanziari - lo sapevo, quel che fanno quà mi sfugge ( dato che lo fanno al piano superiore o presso il loro domicilio ).
Resta il fatto che nella nostra ridotta ci difendiamo strenuamente, ma con successo.
I nostri promotori hanno recato seco il loro portafoglio e un interesse a mantenercelo devono pur averlo, data la famelicità intorno allo stesso osso, ufficialmente sempre più spolpato che, altrettanto evidentemente, è lasciato alle competizioni popolari.
Per questo, la nostra compagine non è fatta di impiegati, quadri e dirigenti, ma di affiliati ad un unico, trascendente impegno.
Voliamo sulle ali di Pegaso, alle quali hanno contribuito, con molta fantasia, anche risorse interne, al di sopra della materialità della vita, in un'enfasi dinamica che ignora la riflessione.
La cagnolina di una cliente ha lasciato sull'impiancito evidenti segni di minzione.
Sui tappeti di Aladino non si sarebbero rilevati.

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