venerdì 22 maggio 2009

Milone

Caro Milone,
fuori dall'uscio della tua nuova filiale, per pochi centesimi lavora per la diffusione del giornale di strada, un romeno, di chiara etnia Rom.
Qualora non lo sapessi, i Rom sono una tradizionale etnia gitana, hanno una loro lingua, delle loro leggi e, come tutti coloro che sono dotati di una propria identità, incongruente con quella convenzionale, vivono ai margini e sono stati oggetto di persecuzioni. Il lavoro è umile, ma lo sguardo tradisce fierezza interiore, un nocciolo duro che nessuno può scalfire.
Per una strana impressione che ha ricavato di me, mi accenna talvolta ai suoi problemi esistenziali, che sono il pane quotidiano e una tenda per sé e per la moglie. Ieri aveva bisogno di dieci euro per pagarsi la casacca - praticamente uno straccio - col quale deve distribuire il giornale dei senza fissa dimora, che il suo Capo gli fa pagare periodicamente "perchè i diffusori sono trenta e gli aspiranti sessanta".
Per ogni euro incassato, devono al Capo 0,52 centesimi.
Mi è venuta in mente l'azienda meritocratica per la quale tu ti esibisci, quando ci addebita i bolli. Non per i bolli in sé e per sé, ma per l'univoco indirizzo mercantile che applica alla sua attività e al nostro lavoro. Tanto, qualcuno che lotta per lei lo trova sempre e non si perita neanche di dissimularlo, anzi: lo addita ad esempio.

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