lunedì 4 maggio 2009

Curiosità e condivisione su quanto espresso dal D.G. e dall'RBU.

Caro Simone,
riguardo alle considerazioni del D.G., convengo sull'affermazione che rischi di tenuta patrimoniale, il CREDEM non dovrebbe correrne, soprattutto alla luce della detenzione dei due terzi del capitale da parte di una sola famiglia.
L'esperienza borsistica mi ha insegnato che in codeste famiglie ogni quota di possesso e' rigorosamente ripartita fra ciascun parente azionista.
Quindi, i due terzi del valore eroso sono finiti, paritariamente, nelle loro tasche, non essendo concepibile che il "mercatino", pari al 26%, possa aver provocato un ridimensionamento così accentuato. L'unico rischio, se per un dipendente si può considerare un rischio, è che la famiglia decida, univocamente, di vendere. Ma quest'anno ed a questa quotazione e' poco probabile, a meno che crisi finanziaria acquisisca una dimensione travolgente, eventualità che non mi auguro.
In alto i cuori, dunque,e, sulla base dell'analisi dell'RBU, usciamo dalle trincee per conquistare nuovi avamposti.
A proposito, l A.B.I. ha chiesto al governo l'applicazione della C.I.G. al credito. non potendo (o dichiarando di non potere) sostenere gli oneri di nuovi esodi.
L'impudente proposta e' stata riservatamente respinta - dopo gli sconquassi provocati dai grandi gruppi e le laute prebende che si sono attribuiti, nonostante i risultati - anche perché sarebbe dovuta durare ben sette anni.
E' evidente l'intenzione di smaltire gli ultimi, relativamente costosi, rispetto ai contratti atipici, mobbizzati rottami.
Forse, quindi, non sarà il mio destino, ma non so se la tua probabile veste di quadro potrà metterti completamente al riparo da questa non gratificante possibilità: Il ruolo è stato volutamente depotenziato e poco conterebbe, ai fini della legge, essere MM o altro acronimo.
Statte accuorto, dunque, mio giovane amico, continua a coltivare l'arte musicale e...le buone relazioni con il mondo finanziario e bancario.
Mala tempora currunt.
Pier Paolo

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