lunedì 4 maggio 2009

Considerazioni.

Egregio D.G.,
considerato che l'interesse primario del lavoratore e' di far parte di un'azienda con i conti in ordine, questo primo approccio con la contabilità del CREDEM e' positivo. Soprattutto per chi viene da vent'anni di travagli e salti mortali, dovuti al cambio di mission che il sistema bancario ha dovuto darsi, abrogando le banche pubbliche e le banche I.R.I., che pure avevano natura di S.p.A.
Il ridimensionamento di molte voci, rispetto al 2007, mi sembra in linea con l'andamento di mercato e compensato con altre voci che, mi auguro, siano reali e non delle equivalenti partite di giro amministrative.
L'acquisizione, non tanto e non solo di nuovi sportelli, quanto di culture aziendali e professionali assai dissimili fra di loro e rispetto al CREDEM, è foriera di possibilità, ma anche di difficoltà di adattamento.
La costante espansione del CREDEM, da un lato ne fa ormai una banca nazionale, sia pure con una distribuzione territoriale non organica, che può applicare le sue regole commerciali e di gestione, con buoni ritorni d'utile, ai "portafogli" acquisiti, costituisce, credo, una realtà positiva che non soffre ancora di carenze di "dimensionamento" aziendale.
D'altro canto, immagino che le scelte d'insediamento siano condizionate e/o determinate dall'influenza della Banca d'Italia che, dopo aver aver sfrondato le ridondanze dei grandi gruppi, si preoccupa di curare la presenza e insieme la modernizzazione del credito e, di riflesso, dell'economia, in tutte le regioni italiane, attribuendo ai cedenti ed ai subentranti segmenti specifici di mercato.
L'aumento delle sofferenze e dei crediti inesigibili e' purtroppo in linea con le difficoltà economiche.
Colpisce il ridottissimo aumento del costo del personale, evidentemente poco gratificato in cifra fissa ed in inquadramenti, mentre il salario variabile - devo ritenere - non "sfora" il budget dei costi fissi contrattuali.
Mi riferisco al V.A.P.R. ( valore aggiunto produttività-redditività ) oggetto di verifica e calcolo annuale e destinato, pro quota, a ciascun dipendente, in relazione, variabile, al return to equity e che esula ( o dovrebbe esulare ) dai premi budget.
Cordiali saluti.
Pier Paolo Castellari

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