mercoledì 11 gennaio 2012

Milone

Che argomentare, caro Milone, circa la lettera di reclamo, esposta ad ammonimento sulle mail aziendali.?
La balbuzie del cassiere è dovuta alla fede acritica che ha prestato alle prime, pasticciate disposizioni operative che ha ricevuto.
E' possibile che, in cuor suo, provenendo dalle migliori Università degli Studi ed essendo titolare dei voti migliori, fosse di parer contrario.
Ma, si sa, "contro la forza, la ragion non vale", soprattutto se la forza è impersonata da qualche somarello, all'uopo incaricato.
L'invito a meditare sui propri peccati, non ne certifica, né ne illustra la natura e sembra un invito a barcamenarsi a seconda delle circostanze.
I principi restano assoluti, ma sono volutamente lasciati nel vago, la pena comminata sarà relativa alla capacità di dissimulazione.
Per adesso, buon esordio, imbecille!
Confrontati con chi ti pare, nella Babele delle mille favelle.
Che dicon tutti? Che interpretare male la normativa genera un disservizio; che assecondare sempre il cliente può generare un rischio...la Verità, che resta ferma, fluidifica in tante bugie, in infinite reticenze. Sconfina nell'assenza.
Eppure, resta lì, vaga, sullo sfondo.
Il tono della lettera è intriso di arroganza pecuniaria. Evidentemente, non ha mai ricevuto replica.
Da che banca è banca, il possessore del denaro ricatta monotono, con la "minaccia" di rivolgersi alla "casa" concorrente. Tante carriere, parimenti arroganti, hanno avuto la stessa genesi.
Divertente, il quadretto: "mi servono quattromila euro." " Che se ne fa?" Imbecille - solo pensato - "sapessi come si fanno gli affari, altro che quattromila!"
Per evitare discussioni, passa tre volte. Alla quarta, il cassiere dà chiara mostra di temere, lui più che il cliente, eventuali controlli e sembra farsi riluttante a consegnare il denaro al proprietario, ma quando viene minacciato di far intervenire il suo Superiore ( che, in teoria dovrebbe avvalorare la sua tesi - possibile, infatti, che il cassiere sia davvero un imbecille e non, piuttosto, un pappagallo? - ) cede di schianto.
Il poveretto sa che la verità non è univoca; ce ne è una sancita nelle Tavole della Legge ed una utilitaristica. Sa anche che quest'ultima si rivolgerebbe contro di lui e lo sanzionerebbe con lo stesso epiteto: imbecille.
Casomai, è su questo che dovremmo meditare.
Infine, l'arrogante precisa, mette in neretto, sottolinea, evidenzia cromaticamente, per finire con il chiedere uno sconto e un minor attrito in uscita.
Che certe agenzie non consentano alla loro clientela di disporre liberamente dei suoi soldi, che pure hanno accettato all'accensione del conto, è paradossalmente vero. Non si tratta, però, dell'unico paradosso della strana banca. Si ha spesso l'impressione che si temano i controlli, a preservazione del recinto incontaminato degli iniziati.
Non si adonti il buon cassiere. Presto il bruciore dell'ignominia si attenuerà, fino a dissolversi nell'acronimica, gratificante definizione della sua fedeltà, ancora immatura, ma così fervida di promesse.
Non si curi se il mondo profano continuerà, per pura tigna, a considerarlo un imbecille.
Anzi, a questo fine, collaboriamo!

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