sabato 21 gennaio 2012

Milone

Ti dicevo, caro Milone, che sarei tornato con più quiete sul concetto di plusvalore, in rapporto al modus operandi del Credem'a me.
Avevo cominciato, a tappe, l'elaborazione di un testo semplice, con la presunzione di renderlo esaustivo.
Poi ho perso la titolarità temporanea del computer e, con esso, dei dati salvati.
Meglio così.
Mi ero infatti reso conto che il risultato, lungi dall'essere completo, era pesante e poco efficace, a metà strada fra la consueta improvvisazione e l'eccessiva, nel medesimo senso, attenzione al contenuto.
Per cui, vecchio amico, sintetizzo così.
Nella nostra azienda si praticano ancora i metodi di accumulazione primaria. Lo sfruttamento del personale è monitorato ad horas, per quantità di operazioni e di mansioni svolte. Non esistono inquadramenti, tranne che per ruoli economicamente redditizi o economicamente sponsorizzati, che è lo stesso.
Il contratto di lavoro è continuamente raggirato, con la complicità del sindacato, il cui richiamo - parzialissimo - agli istituti giuslavoristici, è puramente declamatorio, mentre la prassi sottostante è evidente nei fatti.
In questo contesto, è mortificante constatare la passività del personale, che, pur dotato, all'apparenza, di un buon background culturale, è, in realtà, completamente normalizzato e anodino, nella soggezione al padrone.
Questi poveretti viaggiano con i propri mezzi su di un'area ampia, acquisiscono - da cassieri - i ritmi che manterranno per tutta la vita lavorativa, per consentire ad una piramide di sovraposti in cordata, di lucrare premi sostanziosi sulla loro fatica, mentre non percepiscono uno straccio di premio di produttività-redditività, che viene distribuito, in evasione contributiva, per l'attività "extra moenia". La cosiddetta retribuzione "pattizia".
Insomma, una gestione dominicale.
Ci torneremo, Milone: Spero solo che la narrazione, gradevole per alcuni e sgradevole per altri, non sia alla fine indigesta, ma non si può tacere come se la situazione fosse normale.
Per ora, due esempi dell'imperante Passione e Responsabilità.
Girogio il calmo, ieri, in itinere, è scivolato con la sua moto sul selciato ghiacciato. Pesto e dolorante, con i pantaloni strappati, ha avvertito dell'inconveniente operativo, ha raggiunto casa e si è presentato in banca non oltre cinquanta minuti dopo l'ora prevista, claudicante ed elegantissimo.
Mi sono permesso di suggerirgli di farsi vedere al pronto soccorso, di usufruire di almeno un giorno di malattia, di chiedere il risarcimento previsto per queste fattispecie in ogni banca.
Si è schernito, ha sussurrato che non era nulla, ha scosso la testa e si è trascinato sul suo sgabello.
La pantomima, un'altra volta, era stata interpretata da Giovanni il semi-decollato, dopo una testata lungo il tracciato interno della Sede, autonomamente.
Questa volta sono stato favorevolmente sorpreso dalle conoscenze diagnostiche di Rustichello - oggi a reggio Emilia a spegnere gli incendi - che ribatteva con sicure sentenze ad ogni mia proposta di verifica clinica.
Constatato che avevo a che fare con Rambo e con il suo istruttore, ripiegavo sulla moto e, per inerzia, era ancora il buon Rusty, prima che il proprietario, ad informarmi che aveva riportato qualche "graffio".
Aveva proprio ragione quel mio funzionario della precedente vita bancaria che sentenziava: "è una bella sola, questa, delle malattie. A meno che uno non abbia il cancro, non c'è un vero motivo per il quale non possa venire a lavorare!"
Il secondo, luminoso, che, con le dovute cautele, dovrebbe essere portato all'ammirazione unanime sul portale, riguarda la conoscenza personale, familiare, intima degli affiatati colleghi.
E' patrimonio comune, infatti, che alle ore 15 di ogni giorno che dio manda in terra, uno stentoreo collega accusi, indefettibilmente, una irrefrenabile lassità intestinale,che, prevista, viene ammortizzata con pronte e brevi sostituzioni. Quando si è trattato, però, di procedere ad alcune irrimandabili operazioni logistiche, da buon soldato ha chiesto, alle 14,55: "è meglio che vada prima...o dopo?" Pur scontando qualche graveolenza - la classica "mutazza", che prima di sorprenderti, ti ammazza, abbiamo provveduto in stretta coordinazione.
A presto, Milone.

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