venerdì 19 marzo 2010

Milone

E' proprio vero, Milone, che i neofiti estremizzano i canoni della legge - nel nostro caso del Regolamento - fino a risultare più realisti del re.
E' altrettanto vero che, talvolta, la loro cattiveria è figlia delle frustrazioni familiari e personali che hanno caratterizzato la loro formazione.
La mancata corrispondenza fra modello sociale e realtà propria li ha resi avidi, mentre l'egoismo ha tacitato le coscienze.
Si sono, in fondo, arrabattati ad adeguarsi all'immagine opportuna e a venderla.
Se resta sul viso la smorfia dell'insoddisfazione, che si distende quando si interpreta la parte che si è scelta e che si riteneva più gratificante della propria realtà (simbolismo proteiforme dei tempi )- pur sapendo di esserne gli unici responsabili - ci si rifugia in uno dei tanti canovacci di ruolo, che i nostri commediografi incessantemente producono per alimentare il loro conto in banca.
Si tratta, evidentemente, di accorgimenti, di malizie in evoluzione, di manipolazioni anche verso i committenti, dato che, quando li paghiamo, le raccontano anche a noi. I committenti sono interessati alle manipolazioni; abilmente, preferiscono demandarle all'elaborazione di qualche dottrina.
Ma, al di là delle interessate illusioni, resta l'irriducibilità dell'uomo ai suoi appetiti materiali e l'inane agitarsi ( interiormente ) sul palcoscenico della vita.
"Se a ciascun l'interno affanno...."

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