domenica 21 marzo 2010

In memoria della Signora Rosetti.

Carissimo Signor Rosetti,
ho appreso con ritardo della scomparsa della Sua Signora.
Mi scuso, anche a nome di mia sorella Angela, che avrebbe voluto rivolgerLe un cenno del suo dispiacere sincero e che me ne ha demandato l'espressione.
So, invece, che Emanuela Le ha già parlato, constatando, come sempre, equilibrio, spirito di accettazione, riflesso di interiorità serena, pur nel dolore.
Di questo, La ringraziamo, sullo stesso tracciato - ritengo - della stessa trasmissione di valori che avvertivo, chiari e non imposti, quando frequentavo la Sua casa, spesso dopo il Suo lavoro ed una volta, anche nel corso di una Sua malattia.
In una circostanza, almeno, La sostituì la Signora.
Si trattava di un pomeriggio primaverile, illuminato dalla luce naturale.
Della Sua Signora, con cui avevo, fino ad allora, scambiato poche parole, all'inizio ed alla fine delle mie visite e di cui avevo comunque apprezzato le osservazioni gentili, discrete e premurose, conobbi, non solo le qualità didattiche, ma colsi l'attenzione pedagogica, la misura nel sollecitare il coinvolgimento e una benevola, materna ironia.
Per questo, mi auguro che questa autentica partecipazione al Suo dolore, anche ed in primis, da parte di mia madre, Le sia di minimo conforto nell'accidentato cammino.
Con vero affetto, a nome di tutti noi,
Pier Paolo Castellari

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