giovedì 21 luglio 2011

Milone

Più m'impratichisco, caro Milone, del campione di residenti, civici e per bottega, di via dell'Indipendenza e più mi convinco che sia molto mal frequentata.
Abbandonata dalle griffes autenticamente prestigiose della miglior mercatura cittadina, è ora popolata da un esercito di pérvenus, sia della grossa distribuzione, sia della diffusa ed imitativa ostentazione; del furtarello e del borseggio, per poter indossare un capo da pochi euro o pagarsi una pizza.
Le licenze più costose e le professioni più lucrose sono amministrate da immigrati da regioni poverissime ( esempio evidente di quanto conti il merito e l'impegno per il successo ), sciamano travestiti/e di vari generi e fogge, passeggiatori di provincia con vistose accompagnatrici, ignari della fama decaduta del Corso, di cui sono involontari interpreti.
Riappare una commesa del negozio di fronte, da tempo scomparsa: raggiante, ci comunica di essere reduce da un giro di "licenziamenti" per l'Italia.
Ottenuto lo scopo, incassata la mercede, è tornata ai gatti con cui vive ed al lavoro di sempre, ancora appagata nella sua vanità sostitutiva.
Ma, probabilmente, di figure consimili ce ne sono sempre state.
La banalità del male o le origini del totalitarismo - avrebbe detto Annah Arendt - coltivate però in anime inconsapevoli.

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