domenica 4 aprile 2010

Pizzini.

Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini,lamentava, qualche mese fa, che, se la legislazione fosse stata subordinata ai principi di questa o di quella religione ( con capacità d'influenza, in Italia, ce ne è una sola ), si sarebbe passati, armi e bagagli, ad un modello di stato etico.
L'attempato, ma prestante camerata non risultava credibile nel suo trasformismo opportunistico ( da sanfedista che era stato, nella nicchia calda del post-fascismo ), ma il principio era giusto.
Politicamente, si trattva di riempire un vuoto ( sul versante di destra ) e di precostituirsi in corrente o in partito..dipenderà dalle opportunità.
Io che, in vita mia, ho avuto solo la tessera della F.A.B.I., non coltivo propositi di sorta, però resto sconcertato di fronte alla quotidiana proposizione di devoti esempi sul portale aziendale, secondo una linea ideologica triennale appena principiata.
Le fotografie isolano dal contesto l'immagine di smunti e pur grassocci colleghi, la cui celerità, ormai, non può che affidarsi al fax, o la giovanile e ridanciana sicumera di coreografici venditori.
La lettura dei giudizi sul Capo, influenzata, se non determinata dalla sicura tracciabilità degli autori, mi ha ricordato il rituale di tanti Congressi o Consigli sindacali. Una passerella per i membri del Direttivo, per una platea allargata.
Un po' come la nostra convention al teatro municipale di Reggio.
Trecento e ottantuno interventi non sono tanti e probabilmente gli estensori sono i soliti noti.
I video, su sfondi fissi ( due ) di alcuni depressi o imbarazzati acronimi, richiamano alla mente le perorazioni dei sequestrati, turisti o body guard che siano, in giro per il mondo. Meglio ancora, il messaggio finale dei martiri, per i prossimi imitatori.
Tra pochi giorni sarà Pasqua. La nuova Alleanza per noi cristiani.
L'aggettivo "nuova", di questi tempi, scristianizzati, la fa avverire come un partito che, dietro l'aggiornamento delle sue qualità, cerca di trasformare i suoi vizi.
Qualcuno, tetragono alle innovazioni, ha preferito chiudersi in un ghetto.
L'illusione di poter vivere un'altra vita, migliore in senso materiale o spirituale, è l'immutabile energizzante delle insoddisafzioni destinate a rimanere tali e chi le alimenta desidera che gli illusi se ne sentano, oltretutto, colpevoli.

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