giovedì 16 luglio 2009

Milone.

Proseguo, Milone, la mia cronaca del barbaro e fascista trattamento che mi è stato riservato nella mia banca cedente e che non si è ancora modificato in quella acquirente, a causa del mantenimento dei vecchi assetti di organico, che, nel caso mio, hanno avuto la genesi che ho descritto ieri. La direttrice, per la quale costituisco un evidente imbarazzo, cerca di mettermi in cattiva luce per non rischiare di finirci lei, dopo aver assecondato, come avrebbe fatto il direttore di un lager, le istruzione della struttura già Banca di Roma, cercando di accreditarsi come nata Credem nei termini più conformistici ed accentuanti ogni elemento di fascismo che le pare di cogliervi.
Sarebbe un buon inizio per l'acquirente, ridimensionarne il ruolo, ricoperto come farebbe il più stolido Kapò. Andrebbe ricondotta ad un compito tecnico, dove non potrebbe nuocere alle persone.
Resta il fatto che, ora che mi accingo a rientrare - spero per poco, per via dello smaltimento delle ferie - in quel carcere, sento che le tossine che ho smaltito nella vicinanza ai miei familiari ed alle persone amate, stanno per riaccumularsi. Compiti dequalificanti ed umilianti, insieme all'aggiornamento costante della tecnica che, primariamente, mi vide sequestrato ed emarginato dal contesto lavorativo dell'agenzia - se non nella veste, mai ricoperta prima e che non intendo ricoprire in fine di carriera, di vice cassiere di uno svogliatissimo e mellifuo bacchettone, tutto intento ai suoi comodi ed alle iniziative penalizzanti di un ex usciere, vessato dalla moglie, che gli impone i ritmi e ne detta le esigenze.
E' penalmente rilevante che certi ateeggiamenti vengano rivolti a personale anziano, solo perché non rientra nella profittabilità di quattro egoisti, rintanati nelle ridotte dei loro sedicenti ruoli ed in attesa di prepensionarsi ( possibilmente con buona uscita )e nella mafiosa ma stupida ragnatela autoaccreditantesi della direttrice che vuole mantenere privilegi e potere nella nuova banca, potere che esercita in maniera inadeguata e rozza, anzi criminale.

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