martedì 16 febbraio 2010

Milone

Caro Milone,
è la prima volta che, con insistenti comunicazioni aziendali, vedo appaltata al personale la sicurezza antirapina.
Sostituirsi, nei fatti, sia pure in parte, all'attività di vigilanza e di dissuasione e farlo privatamente al posto delle guardie giurate che, secondo i canoni più efficaci e sperimentati dovrebbero aprire e chiudere manualmente le bussole, dall'interno di un box a prova di proiettile e, a loro volta, armati, oltre a rappresentare una surroga "irresponsabile" e non professionale, configura rischi ed insicurezza proprio per gli sceriffi improvvisati.
Se si vuole risparmiare sui premi assicurativi, ma si lavora sulla via Emilia, tanto vale investire in vigilanza armata senza cercare di far nozze coi fichi secchi.

Privacy, regole e organizzazione.

La dispersione sul territorio nazionale e la concentrazione a Reggio Emilia dell'amministrazione del personale ( gli SM svolgono solo funzione di presidio ) compendia gli adempimenti e li demanda a forme di comunicazione informatica, la cui prontezza è "essenziale" per il funzionamento dei meccanismi aziendali. Fra questi, la sostituzione delle gestanti, il cui "imbarazzo" non deve diventare il nostro. Così, un atto intimo e sentimentale, per la gestante e per la sua famiglia, diventa una frettolosa e fredda comunicazione, a cui seguirà l'aggiornamento periodico, anche dell'eventuale gestosi. Speriamo che i rigurgiti gastrici, così frequenti, soprattutto all'inizio, non tradiscano la discreta mammina, sottoposta all'occhiuto controllo gerarchico ed alla collaborazione nella vigilanza e nella segnalazione di qualche acronimo connesso.
Non basterebbe, ai fini burocratici e legali che l'informazione si concretizzasse attraverso certificati medici e non fosse accompagnata da una sollecitudine non richiesta?

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