venerdì 5 febbraio 2010

Il contesto.

Replica ad una nota censoria e pedagogica del Credem, sui contegni tenuti durante una manifestazione di regime.
Quando dovevamo spezzare le reni al mercato.
IL CONTESTO.
Ho pensato al contesto e l'ho trovato improprio. Infatti, il teatro intitolato a Romolo Valli, che spero che qualcuno dei partecipanti al meeting frequenti anche fuori ordinanza, non andrebbe utilizzato per convention aziendali. Comunque, dal palcoscenico, il focus si è spostato in sala e nel foyeur, sui quali il Grande fratello vigilava. Ecco, dunque, che, nel mezzo della platea, un collega si isola nel suo privato, convinto di essere protetto dal gregge, il quale, invece, informato delle telecamere in attività, è immobilizzato in una sculturea staticità, che, di per sé, non garantisce né l'interesse, né la partecipazione, ma, anzi, suggerisce un acritico spirito regimentale.
I contenuti di queste riunioni, che hanno una natura celebrativa, sono, di norma, già conosciuti dal management e molti sono convocati per far numero. Ciò che si rimprovera loro è di non rispettare il copione.
Viene poi colto sul fatto un altro irresponsabile che va a fare la spesa, ritenendo di impiegare proficuamente il suo tempo e che prende in contropiede l'ouvertoure, fidando nell'acme dell'energia ipnotica e che ritorna poco dopo con il suo fardello alimentare o con un presente per la signora..non è specificato. Se si trattava di articoli da verduraio, poteva fare la spesa la sera prima, dai pakistani, ne convengo.
Però, due pecore nere, nel gregge, non stonano; più di quanto sia "necessario" per la "credibilità" di quanto manifestato.
La logistica non ha avuto quel carattere di "ferreità" che mi sarei aspettato.
I Mille transumanti - low cost suppongo - hanno alterato lo schema deportatorio-concentratorio e addotto, addirittura, preferenze amicali, incompatibili con l'indispensabile alienazione comportamentale che l'evento richiedeva.
Il "Pierino" dei cancelli d'imbarco, che ha scambiato la mission per una vacanza, avrebbe dovuto pagarsi il viaggio di ritorno da sé, come tutti noi, trimestralmente, paghiamo i bolli sul cedolino dello stipendio.
E' quindi necesari che gli irrsponsabili siano responsabilizzati pecuniariamente - l'ufficio legale ci suggerisce di non espellerli dal nostro seno, onde evitare contraddizioni legali: oh tempora, oh mores! -.
La prossima volta, quindi, i Comizi tributi si riuniscano a ranghi selezionati e in una sala adatta dell'Ente fieristico ( così eviteremo anche di mettere sul portale l'uso improprio delle telecamere di sorveglianza del Teatro "municipale" ).
Sia detto fra noi Tribuni: il 5% di disguidi e 7.500,00 euro complessivi di oneri non previsti nel budget, non sono uno sproposito, anzi: sono ben povera cosa, nell'ambito dell'organizzazione di un evento che ha coinvolto tutto il territorio nazionale e che, concentrato nei suoi tempi di svolgimento, non ci ha permesso di ricondurre in tempo all'ovile le pecorelle smarrite.
Il controllo dei costi di gestione è un elemento fondamentale dell'amministrazione di un'azienda, ma la pretesa di bypassare la vita per trapassare dal teorico perfetto al suo esito confermato, attiene "pericolosamente" all'irrealtà, come è irreale lo stentoreo, "interessato" atteggiamento degli astanti, che ci è stato descritto.
Quanto agli irresponsabili, ai bamboccioni e, perché non, ai lavativi di casermesco idioma, ricordo di aver visto sulla Rivista giuridica, edizione 1942, conservata presso la biblioteca Cicu di Bologna, una copertina tipograficamente dimidiata: la prima metà recava la fotografia di un giovane prestante, calzante un impermeabile alla moda, che veniva definito Ariano puro; nella spalla frontale, un povero vecchietto, con un cencio addosso, curvo come l'età comporta e pochi ortaggi che spuntavano dalla "sporta" della spesa. lo sovrastava una laconica sentenza. Irresponsabile? No, degenerato!

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